NICOLA PALMA
Cronaca

Ultrà, la versione di capitan Calabria: "Lucci mi chiese dello spogliatoio"

Il milanista: non so come abbiano fatto ad avere il numero, ma mi scrivevano per vittorie e sconfitte. Nei prossimi giorni verranno ascoltati dalla Mobile il nerazzurro Calhanoglu e l’ex giocatore Materazzi.

Il milanista: non so come abbiano fatto ad avere il numero, ma mi scrivevano per vittorie e sconfitte. Nei prossimi giorni verranno ascoltati dalla Mobile il nerazzurro Calhanoglu e l’ex giocatore Materazzi.

Il milanista: non so come abbiano fatto ad avere il numero, ma mi scrivevano per vittorie e sconfitte. Nei prossimi giorni verranno ascoltati dalla Mobile il nerazzurro Calhanoglu e l’ex giocatore Materazzi.

Quell’incontro avvenne 48 ore dopo l’ennesimo derby perso contro i cugini nerazzurri, la sera del 6 febbraio 2023: 1-0, gol di Lautaro Martinez. Una sconfitta che peggiorò ancor di più un inizio di anno da incubo, partito con l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Torino e proseguito con le debacle ancora contro l’Inter in Supercoppa italiana (3-0) e in campionato contro Lazio (4-0) e Sassuolo (2-5).

Quindi il faccia a faccia tra il leader indiscusso della Sud Luca Lucci e il capitano Davide Calabria va inserito in quello scenario di risultati pessimi da parte della squadra all’epoca allenata da Stefano Pioli: in sostanza, il ’Toro‘ inviò un messaggio al terzino destro per vederlo e parlare con lui dello scarso rendimento in campo, chiedendo in particolare se ci fossero "problemi all’interno dello spogliatoio" dietro il crollo di risultati. Un confronto finito al centro dell’audizione di Calabria come persona informata sui fatti andata in scena due giorni fa. Agli investigatori della Squadra mobile, coordinati dai pm Sara Ombra e Paolo Storari e guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, il difensore ha confermato di aver visto Lucci il pomeriggio dell’8 febbraio 2023, come peraltro immortalato da una telecamera che ha ripreso l’arrivo davanti al bar "Italian Ink" di Cologno Monzese e le strette di mano prima con lo storico capo ultrà Giancarlo Capelli alias ’Barone‘ e poi con il ’Toro‘. Calabria avrebbe aggiunto di non sapere come abbiano fatto i tifosi ad avere il suo numero di cellulare, ma che gli scrivevano di frequente e in maniera insistente: in caso di vittoria per complimentarsi, in caso di ko per lamentarsi. In ogni caso, il rapporto si sarebbe limitato soltanto ad argomenti di "campo", senza mai sconfinare in questioni legate ai biglietti o ad altri aspetti della galassia San Siro. La riunione filmata dai poliziotti non sarebbe stata l’unica; e in ogni caso l’interlocutore privilegiato era sempre Lucci.

Dopo Calabria, terzo tesserato di A a essere sentito dopo l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi e il vicepresidente Javier Zanetti, nelle prossime ore toccherà al centrocampista nerazzurro Hakan Calhanoglu e all’ex difensore Marco Materazzi, ai quali verrà chiesto rispettivamente conto della presunta cena con Ferdico e Bellocco e dei contatti con Ferdico sulla richiesta di aumentare il numero di tagliandi riservati alla Nord per la finale di Champions League 2023. Intanto, alcuni degli arrestati, tra cui lo stesso Lucci, Christian Rosiello, Riccardo Bonissi e Mauro Nepi, hanno fatto ricorso al Riesame contro l’ordinanza che li ha portati in carcere due settimane fa.

Intanto si fa sentire a due settimane dall’inchiesta la curva Sud rossonera, con un comunicato: "Non abbiamo mai gestito parcheggi, non abbiamo mai gestito baracchini, bar, non abbiamo mai ricevuto e soprattutto preteso biglietti dalla società". E ancora, sottolinea la nota, "non abbiamo mai compiuto atti d’intimidazione o violenza per accaparrarci profitti derivanti da attività tangenziali all’ambiente stadio". Pertanto, oltre a lamentare una "vergognosa campagna mediatica" contro gli ultrà arrestati, la Curva contesta che si sia "cercato di far passare l’idea che il patto di non belligeranza fra le curve" fosse "mezzo per fare soldi". La conclusione del ragionamento? Alla domanda se sia il caso di continuare a usare il nome Curva Sud Milano, la risposta "è più che mai un sì".

Ultima nota per il rapper Fedez, che attraverso i suoi legali nega di aver pronunciato la frase "Lasciatemi stare che l’ammazzo, io sono di Rozzano" durante la lite con Cristiano Iovino, attribuitagli da un buttafuori del The Club e finita negli atti dell’indagine "Doppia Curva".