ANDREA SPINELLI
Cronaca

Un Blunt da discoteca: "Non vedo l’ora di far ballare il Forum"

Il cantante britannico approda ad Assago col tour “Who we used to be“. In scaletta pure il pezzo per l’amica Carrie Fisher: "Le cose che non le ho detto"

Un Blunt da discoteca: "Non vedo l’ora di far ballare il Forum"

Un Blunt da discoteca: "Non vedo l’ora di far ballare il Forum"

Pur definendosi un cantante "per uomini in giacca e cravatta, ma dalla lacrima facile", James Blunt a cinquant’anni non nasconde il piacere di fare le ore piccole in discoteca. "È per questo che amo vivere a Ibiza – dice –. Spero tanto di morire lì… Oddio, magari non ancora". Domani l’uomo di “You’re beautiful” è in scena al Forum di Assago col suo Who We Used to Be Tour, che già dal nome promette una full immersion nel nuovo album “Who we used to be”, uscito lo scorso ottobre.

Lo spettacolo recupera sette canzoni di questa settima fatica in studio del musicista inglese, a cominciare dai singoli “Beside you”, “All the love that I ever needed” (dedicata alla moglie Sofia Wellesley, nipote del VIII duca di Wellington, che gli ha dato due figli), e “The girl that never was”. In repertorio pure “Dark thought” da cui affiora l’amicizia con l’attrice Carrie Fisher, la principessa Leila Organa della saga “Star Wars”, scomparsa nel 2016 per arresto cardiaco legato, sembra, all’assunzione di droghe.

"La perdita di Carrie è una delle mie più grandi tristezze – ammette Blunt (che per l’anagrafe rimane, però, Blount) –. Ero con lei il giorno prima che morisse. Sapendo come sono andate le cose, avrei tanto voluto poter fare qualcosa. Ho avuto bisogno di molto tempo per riuscire a scrivere una canzone su di lei, ma alla fine ce l’ho fatta; “Dark thought“ racconta quello che avrei voluto dirle quand’era viva. E quello che vorrei poterle dire adesso".

Figlio di un elicotterista dell’esercito di Sua Maestà, James ha passato l’infanzia in giro per il mondo, spostandosi da Hong Kong a Cipro, dalla Germania allo Yorkshire all’Hampshire. Militare a sua volta, nel 1999 ha prestato servizio in Kosovo "perdendo gran parte della mia fiducia nelle persone e coltivando poca speranza per l’umanità".

Ma giura che quella nei concerti lo esalta ancora: "Non riesco a trovare le parole per dire quanto sono felice di tornare in tour – ammette –. Quest’ultimo album è stato incredibilmente divertente da scrivere e da registrare, e alcuni nuovi pezzi sanno come far ballare la gente. Non vedo l’ora di lanciarmi sul pubblico".

Operazione sconsigliata al Forum, dove la platea è tutta seduta.