REDAZIONE MILANO

Un cassanese sul red carpet a Venezia: "Il nostro documentario da record"

L’operatore Laurent Colombo ha filmato l’impresa di Venturini sul Khardung La. Racconto di una sfida: corsa a un’altitudine di 5.602 metri senza usare ossigeno. .

Colombo e Venturini sul red carpet Record acquisito, obiettivo raggiunto

Colombo e Venturini sul red carpet Record acquisito, obiettivo raggiunto

Un cassanese sul red carpet di Venezia 81, mostra internazionale del cinema. L’esperienza di Laurent Colombo acquisita negli sport estremi lo ha portato ad essere parte integrante nella realizzazione del film-documento che esplora in profondità gli studi medico-scientifici di imprese sportive considerate impossibili. A lui sono state affidate le riprese del documentario "Ladakh High Altitude" presentato alla mostra cinematografica di Venezia 81. "Sono stato selezionato per questa avventura sportiva - così Laurent Colombo - perché il protagonista del record del mondo di corsa in altura, 20km a 5600, aveva visto le mie imprese realizzate per Sky e Mediaset in situazioni a dir poco ardue. Ci sono pochi operatori che resistono a temperature impegnative come quelle in altura ed eccomi qui, al fianco di Paolo Venturini alla presentazione del film documentario a Venezia 81".

Il filmato racconta l’ambiziosa impresa dell’ultra maratoneta della polizia di stato Paolo Venturini nel tentativo di correre sul Khardung La, il valico stradale più alto del mondo presente nella regione indiana del Ladakh, a un’altitudine di 5.602 metri sopra il livello del mare senza l’ausilio di ossigeno artificiale. Obiettivo raggiunto, record acquisito. Oltre all’impresa sportiva, il documentario porta in primo piano i risvolti umani di un team internazionale che, nonostante le profonde diversità culturali, si unsce in una collaborazione quasi viscerale che ha sostenuto Venturini in questa sfida considerata impossibile. "A quota 5600 metri si fatica a camminare e stare in piedi - conclude il cassanese - correre poi è considerato proibitivo, ma Paolo Venturini c’è l’ha fatta". Le immagini catturate in presa diretta, fanno percepire la rarefazione dell’aria e la fatica del team in uno degli ambienti più inospitali del pianeta.

Stefano Dati