ANNA GIORGI
Cronaca

Un condannato, 7 assolti. Risarcimento da 1,3 milioni da dividere tra 40 feriti. Sindacati contro la sentenza

Cgil: "Paga l’ultimo anello della catena di comando". Procura verso l’appello. Le difese degli imputati: "Accolte le nostre argomentazioni, soddisfatti".

Cgil: "Paga l’ultimo anello della catena di comando". Procura verso l’appello. Le difese degli imputati: "Accolte le nostre argomentazioni, soddisfatti".

Cgil: "Paga l’ultimo anello della catena di comando". Procura verso l’appello. Le difese degli imputati: "Accolte le nostre argomentazioni, soddisfatti".

Sette manager assolti, insieme alla società Rfi. L’unico condannato per il disastro ferroviario di Pioltello è Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi, che dovrà anche versare, in solido con Rfi Italia spa, una provvisionale di circa un milione e 135mila euro totali a una quarantina di passeggeri che si sono costituiti parte civile nel processo.

Lo ha deciso la quinta sezione civile del Tribunale, assolvendo gli altri sette imputati. Ai 25mila euro stabiliti per ogni passeggero si aggiunge poi anche un risarcimento danni da 50mila euro per Filt federazione italiana lavoratori trasporti e Cgil Lombardia, a loro volta parti civili. Sulla sentenza che assolve tutti i manager e condanna soltanto il responsabile dei manutentori si è espressa anche la stessa Cgil: "Una decisione che lascia l’amaro in bocca". Angelo Piccirillo, segretario della Filt Cgil Lombardia, si dice sorpreso del primo grado: "Certo bisognerà attendere le motivazioni per capire meglio, ma la tesi dell’accusa, sulle responsabilità del disastro, è stata completamente ribaltata. A pagare sarà l’ultimo anello della catena di comando dei responsabili. Vedremo se la Procura farà ricorso in appello. L’unico dato positivo è che Filt Cgil è stata riconosciuta come parte civile".

La sintesi delle decisioni del tribunale è che non si possono imputare penalmente a RFI-Rete Ferroviaria Italiana, al suo ex amministratore delegato e ai tanti suoi dirigenti dell’epoca imputati dalla Procura, ma ad uno soltanto di essi, le disastrose conseguenze della mancata sostituzione di binari del giunto usurato che, rompendosi alle 6.56 del 25 gennaio 2018, fece deragliare il treno regionale 10452 Cremona-Milano Porta Garibaldi con a bordo 350 pendolari. Una decisione, come ha chiarito il presidente del Tribunale Fabio Roia, che si fonda "sull’assenza di prova" di "condotte commissive o omissive ad essi rimproverabili", riguardo ai rispettivi "ruoli" e agli "effettivi flussi informativi" su quel giunto in pessime condizioni che causò l’incidente e sulla "inadeguatezza della manutenzione". Al solo Albanesi, all’epoca a capo dell’unità che si occupava della manutenzione su quella tratta, è stata attribuita la "colposa sottovalutazione del rischio, a lui noto, di rottura del giunto" che era "ammalorato". Da qui la condanna.

L’incidente provocò la morte di tre passeggere (Ida Milanesi, Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini), il ferimento di altre 100 persone e più di 6 milioni di euro di danni. Per la Procura che potrà fare appello, quello di Pioltello, invece, fu un disastro causato da una serie di "omissioni" nella "manutenzione" e nella "sicurezza", messe in atto solo per "risparmiare" e con la consapevolezza dei vertici. Il problema del giunto era stato segnalato già dall’estate 2017, ma si intervenne solo con una zeppa di legno "tampone". Albanesi è "amareggiato" ha sottolineato il legale Giuseppe Alamia. Rfi, infine, ha rinnovato "il proprio cordoglio per le vittime" ed espresso "grande soddisfazione per l’accoglimento da parte del Tribunale di tutte le argomentazioni volte a dimostrare l’infondatezza delle accuse".

mail: anna.giorgi@ilgiorno.it