REDAZIONE MILANO

"Un investimento da 40mila euro Alcune prassi vanno mantenute"

Andrea Sironi, titolare della palestra Accadueo di viale Lucania, non ha badato a spese per garantire protezione di soci e personale in fase di riapertura, dopo le chiusure decise dai due governi precedenti. Lo sport al chiuso aveva cambiato volto dopo il lockdown, con la ripartenza il primo giugno 2020 in Lombardia. Le linee di indirizzo prevedevano gli accessi regolamentati nelle palestre, la riorganizzazione degli spazi degli spogliatoi, la regolamentazione degli spazi di attesa, l’igienizzazione costante degli attrezzi e una frequente pulizia. Un protocollo rigoroso che però non bastò a scongiurare una stretta pesantissima in autunno.

Arrivò come una doccia fredda per il comparto col Dpcm del 25 ottobre del 2020, quando, dopo aver dato una settimana di tempo a piscine e palestre per adeguare i protocolli, venne deciso comunque di sospendere la loro attività. In quel periodo si poteva solo andare a correre o fare ginnastica all’aperto. Per i centri fitness iniziò uno stop lunghissimo che sarebbe durato fino al 24 maggio del 2021. Dal 6 agosto di quell’anno, poi, intervenne un’altra novità: serviva esibire il green pass per andare in palestra. "In totale per rispettare tutte le regole anti-Covid l’investimento è stato di circa 40 mila euro, di cui oltre la metà per installare barriere in plexiglas tra le macchine per il fitness e la zona cardio. E poi ho dovuto acquistare numerosi dispenser per carta igienica e gel disinfettanti che allora avevo predisposto ogni 4 metri nella struttura perché era obbligatorio sanificare gli attrezzi ogni volta che venivano usati", ricorda Sironi. Ma la spesa contro il virus non è finita qui: "Ho acquistato termoscanner avanzati che ho installato all’ingresso e servivano sia per rilevare la temperatura corporea che per la lettura del Green pass. Li ho pagati circa 2mila euro. Sono finiti a prendere la polvere in magazzino come altro “armamentario” che adesso è inutile. A essere state conservate sono le barriere in plexiglas tra i dodici tapis roulant che sono state “rifunzionalizzate”: proteggono dalle goccioline di sudore e certe volte anche dall’odore di chi corre a fianco sudando copiosamente, la clientela apprezza che siano state mantenute. Abbiamo anche conservato alcuni dispenser di gel. La sanificazione degli attrezzi la considero una buona prassi, che dovrebbe essere mantenuta, anche se il Covid, come tutti ci auguriamo, dovesse sparire per sempre".

Annamaria Lazzari