SIMONA BALLATORE
Cronaca

Un minerale “lega” Marte all’Antartide

Il mistero della jarosite al centro dell’ultimo studio dell’EuroCold Lab, il laboratorio della Bicocca che custodisce preziose carote di ghiaccio

di Simona Ballatore

Da Marte all’Antartide passando dall’EuroCold Lab, al piano meno due dell’Università di Milano-Bicocca, dove è possibile raggiungere temperature fino a -50 gradi centigradi. Al centro di questo viaggio temporale e spaziale c’è un minerale, la jarosite (solfato idrato di ferro e potassio). Raro sulla Terra, più diffuso sul Pianeta Rosso. Merito degli scienziati della Bicocca è avere trovato un collegamento tra Marte e il nostro pianeta grazie a una minuziosa analisi del ghiaccio. Lo studio dei ricercatori, condotto in sinergia con il laboratorio di Houston della Nasa, con il sincrotrone Diamond Light Source del Regno Unito, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Università di Roma Tre e l’Università di Hong Kong, è “fresco” di pubblicazione su “Nature Communications”.

Si parte dall’EuroCold Lab, un archivio unico e un laboratorio punto di approdo di campioni di ghiaccio in arrivo dall’Antartide alla Groenlandia, dalle Alpi alle Ande. Da Milano è passata anche la “carota di ghiaccio” più antica: Epica Dome C, che ha permesso di ricostruire il clima degli ultimi 800mila anni. Sempre all’EuroCold Lab era arrivata qualche anno fa un’altra carota di ghiaccio antartico, questa volta proveniente dal “duomo glaciale” Talos Dome (Antartide Orientale) e profonda circa 1.620 metri. "In quei 1.620 metri sono racchiusi centinaia di migliaia di anni di storia – spiega Giovanni Baccolo, nel team della Bicocca con Barbara Delmonte e Valter Maggi – almeno 200.000, ma probabilmente molti di più. Stiamo studiando proprio la parte più profonda, esaminando le impurità minerali presenti nel ghiaccio, granelli di polvere microscopica che ci raccontano l’evoluzione del clima. Utilizzando tecniche avanzate, abbiamo misurato alcuni campioni presso il sincrotrone". Un particolare acceleratore di particelle, che si trova nel Regno Unito. "E abbiamo trovato una anomalia in questa polvere, che non ci saremmo mai aspettati – sottolinea Baccolo – la polvere proveniente dal ghiaccio più profondo di Talos Dome è infatti ricca di jarosite, un minerale noto sulla Terra ma anche relativamente raro: si trova in posti particolari come nelle fumarole o vicino alle miniere". E abbonda invece su Marte. "Il suo ritrovamento sul pianeta, opera del Rover Opportunity della Nasa, aveva destato a suo tempo scalpore perché, per formarsi, la jarosite ha bisogno d’acqua", continua Baccolo.

Dagli inizi del 2000 ci si interroga. "Due studiosi americani avevano ipotizzato che questo particolare minerale su Marte si fosse creato all’interno di antichi ghiacciai, oggi scomparsi. Leggendo le loro ricerche abbiamo subito colto l’analogia con i nostri risultati", spiega il ricercatore. Lo studio sull’Antartide conferma proprio quell’ipotesi: "La jarosite, così comune su Marte, può essersi formata non sulla sua superficie, interagendo con l’acqua liquida, ma nella profondità di antichi ghiacciai, che oggi non ci sono più. Al loro interno, a causa dell’elevata pressione, potrebbe essere esistita acqua liquida, permettendo la formazione del misterioso minerale". D’altra parte, il ghiaccio antico e l’ambiente marziano non sono poi così “lontani” come sembrerebbe. "L’Antartide è la zona della terra più simile a Marte – spiega il ricercatore della Bicocca – qui vengono raggiunte le temperature più fredde, non c’è umidità nell’atmosfera e, spingendosi nella profondità del ghiaccio, viene meno l’influenza dell’atmosfera terrestre". Se si dava per assodata la presenza dei ghiacciai sul Pianeta Rosso, lo studio ora "sembra suggerire un loro ruolo più importante, soprattutto nel passato geologico di Marte".