
di Barbara Calderola
I primi ad arrivare, alle 4 del mattino, all’oratorio, sono stati i volontari della protezione civile. Volevano finire di cucinare il pranzo imbastito domenica sera, come si fa nelle grandi occasioni. Un’oretta dopo è arrivato anche il sindaco Elisa Balconi: "Non vedevo l’ora di abbracciare i ragazzi". Hanno dovuto aspettare fino alle 7.30 per vedere il pullman verde di Zlaghoda, l’associazione che li ha portati in salvo, varcare il cancello. Poi, i bimbi ucraini in fuga da una casa famiglia al confine con il Donbass sono scesi uno alla volta.
Si sono guardati intorno spaesati, finché non hanno visto un signore con orecchie da topolino, la prima immagine leggera dopo tanta paura. È così che ieri a Cassina i grandi hanno strappato un sorriso ai loro giovanissimi ospiti. Un’ondata incontenibile di commozione ha investito tutto e tutti "per quello che così piccoli hanno già vissuto, per la gioia di essere riusciti a proteggerli", spiega il primo cittadino. Li ha accolti in fascia tricolore, "è un momento solenne". Una bimba di un anno e mezzo, la più piccina della comitiva, aveva la febbre e il Comune ha chiesto aiuto a un pediatra, anche Mario Olivieri all’alba era in attesa della paziente. "Colpa dello strapazzo del viaggio", nulla di grave, per fortuna. I ragazzi hanno fino a 17 anni, i più grandi fanno da chioccia ai cuccioli. Si portano dentro tanto dolore. "Alcuni hanno perso la famiglia durate la guerra del Donbass, per loro purtroppo quello che succede adesso non è una novità", racconta Balconi. Fra le accompagnatrici c’è chi ha 5 ragazzi in affido, "ma un figlio 21enne al fronte insieme al marito". Storie laceranti, che lasciano il segno. Come il silenzio che ieri ha accompagnato il pranzo. "Mai sentito niente del genere: non volava una mosca. I bambini sono educatissimi, ma anche sotto choc", aggiunge il sindaco.
La tensione si è sciolta quando sono arrivati i palloni. "Hanno vinto ogni remora e si sono messi a giocare come tutti i piccoli del mondo". Oggi per loro è il primo giorno di una nuova vita. Hanno trascorso la notte al sicuro nelle case messe a disposizione da parrocchie e Comuni anche a Bussero, Carugate, Vignate, Vaprio. Dopo il tampone anti-Covid e la prima accoglienza hanno raggiunto gli appartamenti dove abiteranno durante il soggiorno milanese. Ma il pensiero corre ai fratellini e agli amici rimasti a casa, a due passi dalla Russia.