Le priorità: rilancio del manifatturiero, sviluppo dei settori strategici, strumenti per ridurre la burocrazia e aumentare la competitività. L’obiettivo principale: riportare al 20% la quota di Pil generata dall’industria (ai livelli del 1991) rispetto al 15% attuale. Un piano industriale per l’Italia e per l’Europa. Antonio Tajani (foto), vicepremier, ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia, ha presentato la piattaforma per l’economia agli Stati generali riuniti sabato al Museo della Scienza di Milano. Forza Italia si propone come punto di riferimento per le imprese e pivot nelle partite in gioco a Bruxelles, a partire dalla transizione del Green Deal nel nuovo Clean Industrial Deal. "Vanno modificate quelle scelte scellerate – ha rimarcato Tajani – Nessuno di noi è negazionista sul clima, ma servono scelte pragmatiche non ideologiche".
Il dossier di FI nasce dall’ascolto dei campioni dell’economia nazionale: imprenditori, manager, sindacati e accademici. "Perfezioneremo il documento – ha spiegato Tajani – e lo presenteremo ai nostri alleati in Italia e in Europa". L’iniziativa ha raccolto adesioni di primissimo livello. Al vertice forzista hanno partecipato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e Paolo Scaroni (Enel), i numeri uno di Federacciaio e Farmindustria, Antonio Gozzi e Marcello Cattani, il presidente di Abi Antonio Patuelli, il segretario della Cisl Luigi Sbarra, il capo di Renault Luca De Meo, l’imprenditore della moda Brunello Cucinelli, il past president di viale dell’Astronomia Antonio D’Amato.