SIMONA BALLATORE
Cronaca

Un secolo d’ippodromo fra Hemingway e Dardust

Via ai festeggiamenti per i cent’anni del tempio creato da Paolo Vietti Violi. Schiavolin: "Sempre più punto di attrazione per i milanesi di tutte le età"

di Simona Ballatore

Cent’anni fa nasceva il “tempio dell’ippica” plasmato dall’architetto Paolo Vietti Violi. E Milano - che vuol tornare a “galoppare” - non lo dimentica: ricorda le radici, sfogliando immagini in bianco e nero e documenti storici, guarda al futuro con un calendario di eventi che si incastona nelle Giornate del Fai. "Perché l’Ippodromo Snai San Siro non è solo un tempio dell’ippica, è un luogo unico dove sport, arte, cultura, costume e natura si fondono dando vita ad un connubio straordinario", sottolinea Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, proprietaria dell’impianto.

Un secolo di vita. Quali le tappe-chiave per MIlano?

" 25 aprile 1920: con la sua costruzione si trasferirono qui le corse che prima si tenevano in corso Buenos Aires, in corso Magenta. L’ippodromo divenne subito un punto d aggregazione in cui si intrecciavano cittadini di tutte le classi sociali. Mi piace ricordare due illustri personaggi su tutti: Ernest Hemingway e Luchino Visconti, oltre ai grandi classici come Tesio, che hanno calcato San Siro. Ci sono stati anni più o meno fastosi, ma dopo una fase in cui aveva perso un po’ centralità - vuoi per lo sviluppo della città, vuoi per le dinamiche del settore dell’ippica - si è riaperto alla città nel suo aspetto monumentale, sportivo, botanico e culturale".

Prossimi passi?

"Celebriamo l’ippodromo con una bellissima mostra fotografica, “100 anni di emozioni”, curata dal professore del Politecnico di Milano, Stefano della Torre, nostro mentore da due anni. Insieme stiamo anche valorizzando la struttura e avviando il restauro della tribuna secondaria. La mostra sarà inaugurata durante le giornate del Fai, che per il terzo anno ha inserito l’ippodromo fra i gioielli. Torna centrale il “Cavallo di Leonardo” con i 13 cavalli di design realizzati per i 500 dalla nascita del genio, che saranno in mostra".

Qual è la sfida dell’ippodromo post Covid?

"Abbiamo studiato protocolli, creato eventi in streaming. Ma lo spirito è sempre uno: l’ippodromo deve essere sempre di più un punto di attrazione per i milanesi di tutte le età, il lavoro con le scuole continua. L’evento di Dardust, che si è esibito ieri sera con un quintetto d’archi ai piedi del Cavallo di Leonardo illuminato, è una scelta di prospettiva: è un grande pianista che parte dal classico e guarda al futuro. Quello che vogliamo fare noi. Vogliamo lasciare il testimone alle nuove generazioni".