
Villois A Milano il costo della vita lentamente si riaccende: alcuni alimentari, seppur di stagione, tendono a salire. Nulla a che...
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A Milano il costo della vita lentamente si riaccende: alcuni alimentari, seppur di stagione, tendono a salire. Nulla a che fare con i dazi, ma sono aggiustamenti che per molteplici motivazioni, tra i quali i prezzi all’origine come per il caffè, ne spingono altri. Parimenti le case - acquisto e locazione - proseguono nell’accelerazione verso l’alto e contagiano il primo hinterland, come Saronno, la cittadina meglio collegata con trasporti ferroviari che, grazie agli ampi spazi industriali dismessi da decenni, sta facendo decollare nuovi insediamenti destinati alle abitazioni, i cui prezzi sono superiori a quelli della periferia milanese. A fronte di queste oscillazioni permane un salario del lavoro dipendente tra i più bassi dell’area euro, mentre l’inflazione resta in posizione mediana, se anche nella grande Milano, meglio collegata con trasporti efficienti, i prezzi delle abitazione prendono il volo.
Si sta rischiano la fuga da Milano di soggetti delle forze dell’ordine, della salute e dell’istruzione, essendo in forte crescita le richieste di trasferimento verso altre città il cui costo della vita, a cominciare dalla casa, è più abbordabile. Al disagio dei lavoratori pubblici si associa sempre più quello del lavoro nel privato, che pure gode di redditi migliori grazie a contratti integrativi e premi di produzione. Nello scorso anno la politica si è concentrata sul tema residenziale di studenti fuori sede, ma è ben più complesso occuparsi dei dipendenti in fasi come l’attuale, nelle quali il costo della vita dei beni primari fa sempre più l’occhiolino ai rialzi, mentre i salari - quando va bene - restano fermi anni. È altrettanto difficile trovare una via sostenibile per migliorare la redditività delle aziende, seppur quelle di servizi dei settori primari come finanziario, assicurativo ed energetico, i quali stanno ottenendo, e prevedono di continuare ad ottenere, risultati eccelsi che possono permettere aumenti del lavoro dipendente, ma l’altro comparto da cui deriva la maggioranza del lavoro - commercio, ricettivo e ristorazione - ha buona salute ma difficilmente è in grado di aumentare i salari in misura adeguata a sostenere gli aumenti inflattivi.