REDAZIONE MILANO

Una gara di solidarietà in memoria di Jagdeep

Il paese di Malonno si mobilita per la famiglia di Singh: due bambini ancora piccoli e la moglie disoccupata

Una vera e propria gara di solidarietà quella che si è aperta nella piccola comunità di Malonno, colpita profondamente dalla tragica scomparsa di Jagdeep Singh, 42enne morto sul lavoro con il collega Emanuele Zanin, 46 anni, mentre stava riempiendo di azoto liquido un serbatoio al Campus dell’Humanitas di Pieve Emanuele. Due storie diverse le loro, eppure accomunate dallo stesso tragico destino. Di Zanin, residente a Mazzano con la moglie e i due figli, i colleghi ricordano la grande professionalità e la lunga esperienza sul campo. "Buon ultimo viaggio a te Manu e al nostro nuovo collega Sing... Un tragico destino, tutta l’azienda è vicina alla vostre famiglie", il messaggio che campeggia sull’immagine del volto di Emanuele, affidato ai social dalla ditta Autotrasporti Pe di Costa Volpino, di cui entrambi erano dipendenti. "Lui era Jagdeep Singh – il messaggio che accompagna la foto sorridente di Jagdeep, sempre postata dalla ditta –. L’allievo che era con Manuele… aveva appena intrapreso questo lavoro,un abbraccio da parte di tutta la ditta alla sua famiglia".

Proprio per avvicinarsi di più a Costa Volpino e a quel nuovo lavoro, Jagdeep (di origini indiane) aveva lasciato Malonno, dove viveva da 15 anni e dove aveva lavorato fino a poche settimane fa in una ditta edile, per trasferirsi a Piamborno con la moglie e i due figli piccoli. "Erano ben inseriti nella comunità, molto ben voluti", ha ricordato il sindaco di Malonno Giovanni Ghirardi. Nella nuova casa, ‘giù’, a Piamborno, Jagdeep era andato solo il 20 settembre scorso. Si capisce, dunque, il forte legame della comunità di Malonno con questa famiglia, per la quale ora molti si stanno mobilitando.

Ancora devono essere definiti i dettagli, ma probabilmente sarà la parrocchia di San Faustino il punto di riferimento della campagna di aiuto che alcuni cittadini vicini alla famiglia stanno organizzando, per sostenere la moglie, che è senza occupazione, e i due bambini. Un aiuto economico, certamente, ma soprattutto un segno di vicinanza da parte della comunità, che consentirà quanto meno alla famiglia di sentirsi meno sola.

Federica Pacella