FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

Una tenda scuola tra i piccoli siriani

Un’associazione di volontariato milanese la allestisce per ospitare cinquanta piccoli profughi di guerra

di Francesco Pellegatta

Manca poco e saranno dieci anni di guerra civile. Un conflitto che ha ridotto la Siria in un cumulo di macerie, cancellando infrastrutture e servizi di base. Lo stesso destino ha colpito case, ospedali, scuole, aziende e strade, ormai rase al suolo. Qui l’associazione di volontariato milanese "Il cuore nel mondo Onlus" è riuscita, nonostante guerra e pandemia, a realizzare alcune settimane fa una grande tenda-scuola che accoglie cinquanta bambini tra i 6 e i 12 anni, in un campo profughi a poca distanza da Idlib, nell’interno del paese. E la scuola è diventata in pochissimo tempo un faro di speranza per tutti, soprattutto per i più piccoli, impossibilitati a lasciare il campo a causa dell’alto rischio di rapimenti. "L’entusiasmo è grande – ha spiegato la presidente dell’associazione, Claudia Ceniti – una scuola mancava in quel luogo e grazie ai nostri referenti sul posto siamo riusciti a costruire una struttura con bagni, moquette e dispositivi di sicurezza anti-Covid che è stata riconosciuta dal governatorato della zona.

Le richieste per avere accesso e imparare a leggere e scrivere sono continue. Stanno imparando anche l’inglese. Ci siamo resi conto che la necessità assoluta per questi bambini era una scuola: non hanno più niente, per loro è un paradiso". I volontari hanno deciso di costruire una tenda per questioni di sicurezza, pare infatti che i bombardamenti si limitino alle strutture in muratura. Per realizzarla Il cuore nel mondo ha speso circa 3mila euro. Ora l’obiettivo è costruirne una seconda, sono infatti ancora molti i bambini che non possono frequentare le lezioni, oggi articolate in due turni, per motivi di spazio. Inoltre, quando la voce si è diffusa, anche altri bambini della zona hanno cominciato ad arrivare nel campo profughi nato un paio di anni fa.

"Questi bimbi conoscono solo la guerra, le paure, le privazioni, la fame e le malattie, spesso di natura psicologica; e per la gran parte di loro è mancata anche la scuola. Un panorama desolante al quale dobbiamo associare anche la pandemia da Covid19, che è presente in Siria da circa dieci mesi e che si sta sviluppando, nell’ultimo periodo, con una dinamica di crescita esponenziale legata alla quasi inconsistente risposta preventiva che può essere garantita da un paese ridotto in queste condizioni".

Per sostenere questo e numerosi altri progetti - in Siria, Kenya ma anche in Italia – l’associazione ha invitato chi può a donare qualcosa (i recapiti e i contatti si possono trovare sul sito internet de www.ilcuorenelmondo.it), visto che le iniziative di raccolta fondi sono state fermate dalla pandemia e l’ultima risale a gennaio 2020. Qualche numero per fotografare la situazione in Siria: si stima che la guerra civile abbia causato circa 400mila morti, mentre sarebbero oltre 6 milioni gli sfollati interni al paese. Quelli rifugiati all’estero anche di più, si parla di una cifra compresa tra 7 e 8 milioni. In tutto questo, almeno il 65% della popolazione siriana risulta oggi allo sbando.