FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Un’altra sentenza per le Farmacie

La Cassazione condanna l’ex direttore della controllata Carmelo Famà a 4 anni e due mesi per peculato

di Francesca Grillo

Una vicenda tortuosa, passata attraverso percorsi di lenta burocrazia, tribunali, sentenze. L’ultima è arrivata nei giorni scorsi e condanna, in Cassazione, Carmelo Famà a 4 anni e due mesi per peculato. Si torna indietro al 2012 quando l’ex direttore della società controllata dal Comune (al 91%), Farmacie Comunali Corsichesi spa, era finito nel vortice delle inchieste. Gli inquirenti hanno fatto luce su un traffico di farmaci e fatture false.

Una storia passata nelle sedi di diversi tribunali, da quello penale al civile e tributario, che hanno messo in evidenza "condotte dolose contrarie agli interessi della società", si leggeva nelle carte dei processi contro Famà, accusato di infedeltà patrimoniale, peculato e falso ideologico, commessi tra il 2010 e il 2012. Per infedeltà patrimoniale l’ex dg era stato condannato in Cassazione nel 2018, mentre la sentenza per peculato è arrivata ora, confermando che Famà si era intascato soldi della società attraverso un giro di fatture false, registrazione di merce mai pervenuta in magazzino (oltre 41mila farmaci) e triangolazioni con altre farmacie. In pratica, i farmaci venivano acquistati, registrati attraverso bolle fasulle, e mai pervenuti sui banchi delle quattro farmacie comunali. Una storia che ha coinvolto anche altri personaggi in rapporti di affari con Famà, come Gianfranco Bona, il "killer del crodino" che nel 2012 ha ucciso con un aperitivo al cianuro il farmacista Luigi Fontana a Milano, accusato dal suo assassino di essere un usuraio e di minacciarlo. L’arresto di Bona ha scoperchiato il traffico di farmaci in cui era coinvolto anche Famà. Negli anni l’ex dg delle Farmacie Corsichesi è stato costretto a pagare centinaia di migliaia di euro, ma con gli ultimi risvolti giudiziari mancano ancora circa 300mila euro, di cui metà riconducibili a mancati pagamenti iva. Non perde le speranze l’attuale presidente di Fcc Carlo Vaghi che da anni segue tutti i procedimenti affinché vengano "individuate le responsabilità: chi sbaglia deve pagare. E sottolinea che "circa l’1% delle quote è ancora in mano a Famà". Le quote, infatti, sono finite all’asta (circa 90mila euro) ma è andata deserta. Nel 2018 l’ex sindaco Filippo Errante aveva pensato a un acquisto da parte del Comune, riconfermato dal commissario prefettizio che ha impegnato la spesa. Ma il neo sindaco Stefano Ventura (Pd) ha spiegato che "il Comune non ha partecipato in quanto la perizia sulle quote ha ritenuto il valore sovrastimato. Il risultato di esercizio di Fcc per il 2018 era di 300mila euro, dimezzato nel 2019. Una quota dell’1,5% non può valere quasi 90mila euro. Inoltre – precisa – è un momento critico per i bilanci. Serve innovazione per le farmacie ma con altri progetti. Valuteremo la prossima asta". Insomma, ancora non si intravede la luce in fondo al tunnel per Vaghi, presidente che la commissaria prefettizia ha ritenuto di nominare pochi giorni prima delle elezioni. Un tunnel lungo e minato di ostacoli e cause che sono costate, alla società corsichese, oltre 150mila euro di spese legali.