CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Un’altra sparatoria, gambizzato un pusher

Una decina di colpi l’hanno raggiunto agli arti inferiori: l’uomo ha chiesto aiuto agli autisti di passaggio prima di crollare a terra

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di Christian Sormani

È spuntato dal bosco chiedendo aiuto alle auto di passaggio che stavano percorrendo via san Clemente a Cerro verso la provinciale 198. Una scena da film quella che alcuni automobilisti si sono trovati davanti ieri mattina verso le 10. Un nord africano era stato appena colpito alle gambe da una decina di colpi esplosi probabilmente da un connazionale. L’uomo, un 35enne, è poi crollato a terra in un lago di sangue.

Ferito gravemente è stato portato dall’elisoccorso all’ospedale di Varese dove è ricoverato in gravi condizioni, ma non sarebbe in pericolo di vita. Sul caso indagano i carabinieri di Saronno. La zona in cui è stato trovato l’uomo sorge al confine fra Cerro Maggiore, Rescaldina e Uboldo. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero di Busto Nadia Calcaterra. L’ipotesi più verosimile è che si tratti di un regolamento di conti tra spacciatori. Una faida fra narcos che sta continuando ormai da mesi. Una lunga scia di sangue che potrebbe collegare ad un unico filo rosso i tanti delitti commessi in zona. I carabinieri poco distante dalla zona in cui il nord africano è stato trovato ieri mattina, hanno scoperto un bivacco. Probabilmente uno dei tanti costruiti dai pusher nei boschi per rifornire la clientela che ogni giorno passa per questa zona. Nessuna traccia invece del rivale, che dopo averlo colpito è poi sparito nella boscaglia. A preoccupare gli inquirenti rimane comunque una escalation di violenze che non ha precedenti in zona. Una catena di omicidi iniziata anni fa nei boschi del Rugareto e terminata con l’ultimo episodio di ieri mattina col grave ferimento del nord africano. Esattamente un mese fa a Vanzaghello i carabinieri hanno scoperto il cadavere di un altro nord africano, un ventenne picchiato, torturato e poi scaricato nella piazzola di sosta sulla strada per Malpensa: ossa rotte, segni di bruciatura da sigaretta. L’uomo è stato poi riconosciuto da suo padre grazie ad alcuni tatuaggi mostrati dai carabinieri e pubblicati dai media. Le indagini potrebbero aver scoperto un filone di inchiesta: una faida iniziata per un furto di droga ad alcuni rivali pagato poi con la vita. Due mesi fa, sabato 2 aprile, nei boschi del Rugareto, fra Rescaldina e Gerenzano, era stato trovato il cadavere Bouda Ouadia, un ventenne freddato con colpi alla nuca. L’uomo che faceva il pusher in un’altra zona, vicino alla cava di Casorezzo, avrebbe pagato con la vita uno sconfinamento verso il territorio di Rescaldina, gestito da altri magrebini.