
Il governatore Attilio Fontana e il rettore della Statale, Elio Franzini
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Lo stanziamento più recente coincide con i 100 milioni di euro previsti nel Piano Lombardia, risorse che, sommate alle precedenti, portano a 407 i milioni riservati dalla Regione alle Università lombarde nell’ultimo triennio. Risorse con le quali Palazzo Lombardia intende sostenere gli atenei nello sviluppo dell’insegnamento a distanza, migliorandone l’efficacia sulla base delle evidenze lasciate in dote dall’emergenza Covid, ma anche aiutare la ricerca, garantire il diritto allo studio e sostenere i piani di ampliamento degli stessi atenei: non solo il campus dell’Università Statale nel Mind (ex area Expo) per il quale sono stati garantiti 130 milioni di euro ma anche i 20 milioni per il nuovo campus del Politecnico nel quartiere milanese della Bovisa.
A fare il bilancio degli investimenti in favore degli atenei è stato, ieri, il presidente della Regione, Attilio Fontana, insieme ai rettori Remo Morzenti Pellegrini (Università di Bergamo e Presidente del Crul), Elio Franzini (Statale di Milano), Giovanna Iannantuoni (Milano Bicocca), Ferruccio Resta (Politecnico di Milano), Francesco Svelto (Università di Pavia) e Maurizio Tira (Università di Brescia). Al centro del dibattito non solo i fondi stanziati e i progetti che ne deriveranno ma anche le sfide dell’immediato. Tre per l’esattezza: la sfida dei fondi per una più ampia copertura del diritto allo studio, come sottolineato da Fontana, quella di trovare il giusto equilibrio tra didattica in presenza e a distanza senza accumulare ritardi nei confronti di altre università europee, come sottolineato da Resta, e la sfida, interna agli atenei, di fare rete, sottolineata da tutti i rettori.
«Crediamo nel sistema universitario, nelle scuole di specializzazione e in quelle di alta formazione perché sono i punti di riferimento per il futuro dei nostri giovani – premette il governatore –. Oggi la Lombardia offre un sistema di eccellenza e attrattivo. Basti pensare che oltre il 30% degli studenti universitari proviene da fuori regione e che oltre l’8% sono studenti stranieri. La nostra regione – attacca Fontana – non riceve sufficienti fondi in rapporto alla popolazione universitaria. La Lombardia è equiparata a regioni molto meno attrattive dal punto di vista universitario». Esempio: nel 2020 alla Lombardia, alle sue 14 università e ai suoi 290mila studenti universitari sono stati trasferiti 25 milioni di euro per le borse di studio. Alla Sicilia, alle sue 4 università e alla sua popolazione studentesca, pari ad un terzo di quella lombarda, sono stati trasferiti 27 milioni. Una differenza che si spiega con i parametri socio-economici alla base della ripartizione.
Quindi Resta: «Dobbiamo guardare oggi dove vogliamo andare domani, considerato che il futuro non è roseo. Stiamo assistendo ad un passaggio epocale, da analogico a digitale. Dobbiamo garantire la presenza perché se no perdiamo le relazioni, ma dobbiamo evitare di fare la fine della Kodak, di non esserci accorti di questo passaggio. Oggi siamo contenti di avere segnato un più 3% di mobilità studentesca in Lombardia ma non è finita la partita. Fino all’anno scorso se uno studente internazionale o italiano voleva venire a studiare in Lombardia doveva venire in Lombardia. Non c’erano altre possibilità. Cambridge ha deciso di andare online, stanno nascendo nuovi competitor e se non ce ne accorgiamo rischiamo di perdere studenti».
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