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Cronaca

Università sempre più rosa: dalle rettrici alle studentesse, tutti i numeri di Milano

Una scalata iniziata nel 1678 con la laurea in filosofia a Padova di Elena Lucrezia Corner Piscopia

Milano, 12 novembre 2022 - Era il 25 giugno del 1678 quando a Padova si laureava in filosofia Elena Lucrezia Corner Piscopia. La prima dottoressa della storia. Avrebbe voluto l’alloro in teologia ma niente da fare: il vescovo si oppose. Perché era donna. Per fortuna, oggi, la componente femminile negli atenei non è più una rarità non solo tra le studentesse ma anche tra i dirigenti, i docenti e il personale tecnico amministrativo. Una scalata faticosa che sta dando i suoi frutti: da due giorni il Politecnico di Milano ha una nuova rettrice, Donatella Sciuto.

La scalata

Prima donna a rompere il soffitto di cristallo dopo 160 di vita dell’ateneo; terza in città dopo le apripista della Bicocca Cristina Messa (poi diventata ministra dell’università) e Giovanna Iannantuoni. Ma a che punto è la “presenza rosa“ nelle università milanesi? Al Politecnico, nel 2020, la quota femminile tra il personale tecnico e amministrativo è di circa il 60% anche se con "presenza limitata" nei ruoli apicali. In ogni caso c’è stato un passo avanti rispetto al 2018, quando le donne erano il 40,7%. In linea con la Bocconi, dove tra i 21 dirigenti il 47,6% è donna e, nello staff amministrativo, la quota supera il 72,1%.

Da psicologia a medicina

Crescita pure tra chi studia: dal 2018 al 2020 le studentesse del Politecnico sono passate dal 32,8% al 33,7%. Se nelle facoltà di architettura e design da tempo le donne rappresentano la maggioranza degli studenti, così come a ingegneria biomedica, ci sono però corsi come ingegneria meccanica, elettronica, elettrica e informatica in cui gli uomini superano l’85%. Sbilanciamenti di genere (al contrario) si osservano all’Università Cattolica del Sacro cuore: nel 2020/2021 la presenza femminile era preponderante nelle facoltà di psicologia, scienze della formazione, scienze linguistiche, scienze politiche e sociali, lettere e filosofia, medicina e giurisprudenza. Parità di genere in economia, economia e giurisprudenza e scienze matematiche. Sbilanciamento invece sul versante maschile nelle facoltà di scienze agrarie e scienze bancarie.

Professoresse e tecnici

All’Università Vita-Salute San Raffaele, le immatricolazioni 2022/2023, svelano che al corso di laurea magistrale in medicina, su 600 immatricolati, il 59% sono donne e il 41% uomini. Quanto al totale degli iscritti, la presenza femminile è il doppio rispetto a quella maschile, con 3.030 femmine e 1.537 maschi. Per quanto riguarda professori e ricercatori: gli uomini, 155 in totale, sono circa 2,5 volte le donne (64). Crescono le “quote rosa“ tra il personale tecnico amministrativo, non solo in questo ateneo ma anche in altri come la Iulm: su 162 lavoratori, 109 sono femmine e 53 maschi. Qui il 45,7% dei docenti è donna, mentre le studentesse rappresentano il 78,3%.

Più studentesse

E alla Università degli Studi di Milano sono aumentate le studentesse rispetto a 5 anni fa: nel 2017/2018 erano 35.244 e sono passate a 36.349 nel 2021/2022. Presenza femminile incrementata pure tra le docenti: da 156 (su 543 professori nel 2017) a 207 (su 682 in totale). Più quote rosa anche tra gli studenti dell’Humanitas University: Nel 2020, 861 erano le iscritte, con 494 compagni di corso. Componente femminile tra gli studenti in vantaggio pure alla Bicocca: sui 37.328 del 2022, 23.147 sono donne (il 62%). Mentre le professoresse sfiorano il 40% del corpo docenti. Il cammino per rompere altri soffitti di cristallo continua.