REDAZIONE MILANO

Blitz all’incontro pro vita: provvedimenti disciplinari in arrivo alla Statale

Lo scorso 26 novembre avevano interrotto con urla, schiamazzi e bestemmie un'iniziativa della lista studentesca “Obiettivo studenti” vicina a Comunione e liberazione. La rettrice Brambilla: “Una violazione dei valori fondamentali di una comunità accademica”.

Il boicottaggio dell’iniziativa e la rettrice dell'Università Statale, Marina Brambilla

Il boicottaggio dell’iniziativa e la rettrice dell'Università Statale, Marina Brambilla

Milano, 2 dicembre 2024 – "L'ateneo, dopo aver fatto piena luce su quanto avvenuto e aver invitato tutti al rispetto delle regole civili, sta procedendo a una verifica delle responsabilità individuali che saranno segnate da provvedimenti, previa approfondita analisi".

È la rettrice della Statale, Marina Brambilla, in una "comunicazione all'intera comunità accademica" ad annunciare provvedimenti disciplinari per i fatti del 26 novembre scorso, quando studenti dei collettivi di sinistra hanno interrotto con urla, schiamazzi e bestemmie un'iniziativa pro vita della lista studentesca “Obiettivo studenti” vicina a Comunione e liberazione.

CONVEGNO UNIVERSIT
Un momento dell'irruzione degli studenti di sinistra durante l'incontro

La rettrice anticipa anche che verrà proposto "agli organizzatori dell'incontro dello scorso 26 novembre di riorganizzare l'evento, invitando contestualmente chi ha altre idee sull'argomento a dibatterne nei modi e nelle sedi opportune".

"Quanto accaduto nel nostro Ateneo, con manifestazioni verbali e fisiche violente - dice Brambilla- non solo è inaccettabile sul piano etico, ma rappresenta una violazione dei valori fondamentali di una comunità accademica. Dissentire è legittimo e, anzi, necessario per favorire una cultura del confronto; ma dissentire non significa impedire l'espressione altrui; piuttosto vuol dire esprimere le proprie ragioni in modo civile, organizzando dibattiti alternativi, presentando contro-argomentazioni e arricchendo il dialogo con nuovi punti di vista.

Le posizioni espresse possono essere anche profondamente divisive, ma devono mantenersi sempre nell'alveo di un confronto dialogico e critico, in cui la diversità di opinioni rappresenta una risorsa, mai una minaccia o un segno di debolezza”.

Regione Lombardia

Alla rettrice, il giorno successivo i tumulti, aveva chiesto spiegazioni anche Regione Lombardia. L'assessore all'Università Alessandro Fermi e il sottosegretario alla presidenza con delega ai giovani, Federica Picchi, avevano annunciato che avrebbero chiesto "personalmente" un incontro a Brambilla, "nella speranza che vengano presi opportuni provvedimenti affinché una tale situazione non abbia più a ripetersi". "

Fatto salvo il rispetto dei principi costituzionali, l'Università è una zona ideologicamente franca-  sottolinea a doppio trattino Brambilla- e invitiamo studenti e studentesse a esprimere le proprie opinioni e a organizzare, nell'osservanza delle regole comuni previste, incontri e dibattiti utili alla formazione e alla crescita culturale. Mai come Statale, pertanto, accetteremo alcun tipo di censura, violenza e intolleranza, da qualsiasi parte venga", è il monito della rettrice a tutte le parti in causa a difesa dell'autonomia dell'ateneo. 

Gli "episodi di aggressività e intolleranza non rappresentano l'identità della Statale e, come espresso, non devono ripetersi", prosegue la rettrice Brambilla, che all'inizio del suo mandato promette agli studenti che lavorerà "in questi sei anni, per costruire un ateneo sempre più vocato al dialogo, in cui tutti- nessuno escluso- si sentano rappresentati, in un delicato lavoro di negoziazione che deve bilanciare la libertà di espressione con l'imprescindibile sicurezza dei singoli e dell'istituzione".

L'ultimo appello alla comunità accademica, "studenti, docenti e personale", riguarda la richiesta di "impegnarvi per costruire un ambiente universitario all'altezza dei valori che La Statale vuole rappresentare. Se non siamo capaci di rispettare le opinioni altrui e di dialogare con chi la pensa diversamente da noi, rischiamo di tradire la missione più alta dell'università: coltivare lo spirito critico e la capacità di guardare le cose da più punti di vista, essere un laboratorio di idee e di civiltà".