Milano – Il primo a presentare le firme all’Ufficio elettorale della Statale di Milano è stato Luca Solari, 57 anni, direttore della scuola di Giornalismo “Walter Tobagi“ e docente di Organizzazione aziendale nella facoltà di Scienze politiche. L’"outsider", si definisce così. Le candidature si chiuderanno domani a mezzogiorno ma, salvo colpi di scena, sarà una corsa a tre per il rettorato dell’ateneo più grande di Milano, con i suoi oltre 61mila studenti. Si è già fatta avanti Marina Brambilla, 50 anni, professoressa di Linguistica tedesca, al quale dal 2018 il rettore in carica, Elio Franzini, ha affidato la delega ai Servizi alla didattica e agli Studenti e che anche il predecessore Gianluca Vago aveva voluto nella governance. Potrebbe diventare la prima rettrice della Statale, dopo cent’anni: "Credo di avere dimostrato le mie competenze, ma sarebbe un bel segnale per le nostre studentesse e il personale, per iniziare i prossimi cento", sorride.
Sta per consegnare le firme anche Gian Luigi Gatta, professore di Diritto penale, già consigliere della ministra Marta Cartabia durante il Governo Draghi e vicepresidente della Scuola Superiore della Magistratura. "Nella nostra storia abbiamo avuto due rettori giuristi, Aurelio Candian, nel settembre del 1943, e poi Giuseppe Menotti De Francesco fino al 1960. Credo possa essere un valore aggiunto e una garanzia di legalità etica e trasparenza".
Per la prima volta non ci sarà la storica “alternanza“ tra umanisti e scienziati: Medicina non ha espresso un suo candidato. Ma la facoltà è al centro dei tre programmi. Come Mind, d’altronde, l’eredità più consistente al quale il futuro rettore dovrà dare forma (e soldi in bilancio) insieme a Città Studi. "A una università multipolare, che rischia di creare fratture e distanze tra facoltà umanistiche e scientifiche, preferisco un’università diffusa, andranno trovati luoghi per il confronto — spiega Solari, laureato alla Bocconi –. Il nostro ateneo ha preso una piega aziendalistica. Io, che ho competenze manageriali, credo sia arrivato il momento di rovesciare questo modello, di rimettere al centro il ruolo di una grande università pubblica, facendo ripartire l’ascensore sociale". È stato il primo laureato della sua famiglia, è padre.
Marina Brambilla, milanese, laureata alla Iulm e mamma, lavora da più di 20 anni alla Statale, in prima linea sia come docente sia nella governance e nella creazione dell’Osservatorio per il Diritto allo Studio. "Dobbiamo tutelare l’eredità e l’identità del nostro ateneo — spiega –. Ci aspetta in questi anni la messa a terra del futuro campus culturale policentrico, ma non solo. Serve un rilancio del polo di Medicina, che è centrale e cerca spazi, vanno aumentati i posti letto e punteremo ancora di più sulla ricerca, motore dell’ateneo". "Il futuro rettore non sarà un traghettatore: dovrà gestire la complessità e favorire l’innovazione, dando nuovo slancio all’ateneo. Serve una figura che dialoghi ancora di più con le istituzioni. Anche il personale amministrativo va valorizzato di più", anticipa Gatta, 49 anni, che è stato studente della Statale, ("la frequento da più di 30 anni"), senatore accademico, direttore di dipartimento ed è papà. Prima votazione il 3 e il 4 aprile: il successore di Franzini resterà in carica fino al 2030.
Nei prossimi mesi non sarà solo la Statale a cambiare timoniere, è in scadenza il mandato di Gianni Canova alla Iulm. In questo caso non ci saranno elezioni, il senato accademico esprimerà tre nomi che saranno portati in Cda. I primi due si ventilano già: Valentina Garavaglia, docente di Teatro, prorettrice vicaria, e lo storico dell’arte Vincenzo Trione, preside della Facoltà di Arti e turismo.