GIULIA BONEZZI
Cronaca

Milano, uovo d'anatra Balut incastrato nell'esofago: salvato con il robot al San Paolo

Un delicato intervento chirurgico ha permesso di disostruire le vie respiratorie di un 40enne. Il Balut è un piatto tipico dei Paesi del Sud Est asiatico (con ipotetiche proprietà afrodisiache)

Il dottor De Luca e il professor Bianchi

Il dottor De Luca e il professor Bianchi

È un piatto tipico in diversi Paesi del Sud-Est asiatico, dove gli sono attribuite addirittura proprietà afrodisiache, tanto da essere venduto nei chioschi dei quartieri con locali notturni. Il «balut», come viene chiamato nelle Filippine (il termine significa «incartato»), consiste in un uovo d’anatra, o di gallina, fecondato, che viene bollito nel suo guscio appena prima della schiusa, quando l’embrione all’interno è quasi completamente formato. Può essere consumato direttamente rompendo il guscio, magari condito con sale grosso o aceto speziato, o servito al piatto con accompagnamento di salse; non è previsto però d’ingoiarlo senza masticare, com’è accaduto accidentalmente a un uomo di quarant’anni che lo scorso sabato notte è arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Milano con una grave occlusione all’esofago cervicale (la parte alta dell’esofago). Provocata, appunto, da un uovo balut.

«L’alta temperatura dell’acqua ha calcificato lo scheletro dell’embrione e, in seguito all’ingestione, è rimasto incastrato nell’esofago cervicale», spiegano dall’Asst Santi Paolo e Carlo, raccontando di un «eccezionale intervento di chirurgia robotica ed endoscopia digestiva» dei professionisti dell’ospedale della Barona, dove ha sede uno dei due centri di formazione per la chirurgia robotica individuati dalla Regione (l’altro è al Niguarda), per liberare l’apparato digerente dell’uomo da quel corpo estraneo che, rimanendo incastrato lì troppo a lungo, esponeva anche il paziente a rischi di perforazione dell’esofago o di necrosi da compressione.

L'uovo di anatra
L'uovo di anatra

«Dopo un’attenta e scrupolosa analisi del caso - spiegano dal San Paolo - l’équipe di Endoscopia digestiva diretta dal dottor Luca De Luca, in collaborazione con il team di Chirurgia robotica guidato dal professor Paolo Pietro Bianchi e dal team di Anestesia e rianimazione diretto dal professor Davide Chiumello, ha deciso di intervenire attraverso l’utilizzo del robot chirurgico essendo complessa la rimozione per via endoscopica. È stata eseguita una frammentazione endoscopica del corpo estraneo sotto guida assistita del robot, spingendo l’uovo nella cavità gastrica e liberando in tal modo l’esofago cervicale.

L’evento, potenzialmente fatale, è stato gestito senza alcuna incisione chirurgica, mantenendo così l’integrità totale del canale digerente. Il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni di osservazione, in ottime condizioni di salute».