Francesco
Felice
Buonfantino*
Camminando a naso in su per le strade di Milano ci si imbatte in numerosi interventi architettonici contemporanei degni di nota e perfettamente integrati nel contesto urbano. Sono per lo più opere progettate da studi di architettura che regalano qualità al contesto nel quale sono inserite. Alcune di esse resisteranno allo scorrere del tempo, altre saranno sostituite in futuro, ci si auspica, con edifici di equale qualità. In questo modo la città vive, si rinnova, costruendo paesaggi urbani dove vivere felici. Così Milano affronta il suo processo di innovazione fondendo in modo sorprendente il passato con il futuro, rinnovando le sue “cellule”. Nella maggior parte dei casi queste sostituzioni edilizie sono “dimore” di grandi brand proiettati nel futuro. È il caso della sede del quotidiano “Il Sole 24 Ore” prima ospitato in un edificio progettato da Renzo Piano e adesso trasferitosi in un nuovo immobile “rigenerato” da Park Associati. L’edificio è chiamato “Urban Cube” ed è nato dalla completa ristrutturazione di una vecchia costruzione sita nel cuore della Bicocca. Del vecchio immobile sono state salvate solo le strutture ed è stato realizzato un completo retrofit. L’involucro esterno dell’edificio, prima un monolite grigio, è stato sostituito integralmente con vetrate di ampio respiro, i terrazzi ad altezze sfalsate movimentano la facciata. La maggiore luminosità concessa agli ambienti ha favorito anche una riorganizzazione degli spazi interni e ha migliorato la qualità del lavoro. Al decimo piano una terrazza con affaccio mozzafiato sulla città ospita eventi e meeting. Tra l’altro questo edificio consuma, in termini di energia, cinquanta volte in meno rispetto al precedente e, superfluo dirlo, la struttura è all’avanguardia per innovazione digitale. What else?
*Gnosis Progetti