La "disciplina dettata dal legislatore" in materia urbanistica, "non è stata né abrogata né diversamente perimetrata in ragione di specifiche caratteristiche dei singoli comuni" o a causa della "legislazione regionale" e sostenere il contrario in base a "circolari" o a scelte di "politica urbanistica" è "una tesi alquanto inedita". Lo si legge nelle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame ha confermato, ieri, il sequestro del cantiere delle Residenze Lac di via Cancano, nell’area del Parco delle Cave, deciso dalla gip Lidia Castellucci ed eseguito il 19 luglio scorso in una delle tante inchieste sulla gestione urbanistica in città.
I giudici, nel dare ragione ai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici e all’aggiunto Tiziana Siciliano, titolari delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, sostengono che le norme lombarde del 2005 relative al governo del territorio hanno solo disapplicato "specifiche disposizioni", ma non quelle contestate nella vicenda.
Si tratta di regole che puntano a "restituire efficienza all’abitato" ridefinendo il "disegno urbanistico" in caso di interventi rilevanti come quello di via Cancano. Dagli atti dell’indagine era emerso, come in altri casi analoghi, che quella nuova costruzione con un "rilevante impatto" sul tessuto della città era tale da richiedere una pianificazione preliminare che, secondo l’accusa, sarebbe stata dribblata ancora una volta in nome della Scia, ossia la segnalazione di inizio attività.
Il sequestro riguarda il cantiere per la realizzazione di tre "torri", di 9, 10 e 13 piani, alte da 27 a 43 metri e con 77 appartamenti.
Otto sono gli indagati per abuso edilizio, lottizzazione abusiva, false attestazioni e abuso d’ufficio, tra cui anche Paolo Mazzoleni, attuale assessore all’Urbanistica a Torino e progettista della Lake Park, società proprietaria dell’area.