MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Milano e il nodo urbanistica, il Comune fa autocritica: “Basta solo profitti, ora le regole”

L’assessore Tancredi al convegno dem “Un Pgt per il nuovo progetto Milano: “Il mondo immobiliare ha perseguito i ricavi senza considerare il tessuto urbano”. Il mea culpa: negli ultimi anni risultati in parte deludenti, al di là delle inchieste

L’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi

L’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi

Milano – Un’autocritica, sincera, sentita, di fronte alla platea del Pd. A oltre anno dalle prime indagini della Procura sui progetti urbanistici milanesi e dai conseguenti sequestri di una quindicina di cantieri in città, l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi si presenta al convegno dem “Un Pgt per il nuovo progetto Milano" alla Camera del Lavoro e preannuncia una netta svolta nella gestione dei progetti urbanistici ed edilizi milanesi, alla luce degli errori – ammessi da Tancredi – degli ultimi anni e a prescindere da come finirà la vicenda del decreto Salva Milano ancora in discussione al Senato: “Negli scorsi Piano di governo del territorio (Pgt) abbiamo affidato al progetto molte trasformazioni della città, cioè abbiamo considerato il progetto come la soluzione che non doveva essere irrigidita da regole troppo rigorose – spiega Tancredi –. I risultati sono stati in parte buoni e in parte abbastanza deludenti, a prescindere delle vicende legate alle inchieste della Procura. Il mondo immobiliare non ha seguito una linea di attenzione ai contesti e ai tessuti urbani ma ha seguito forse maggiormente una linea legata soprattutto al profitto. Forse c’è stata un po’ di ingenuità (da parte del Comune, ndr). Ma è sempre sull’esperienza che si costruiscono gli scenari del futuro. Sulla base di quest’esperienza, dunque, io penso che dobbiamo riflettere molto e riprendere un maggior controllo sulle trasformazioni della città”.

Il nodo riguarda le regole da inserire nel nuovo Pgt. L’assessore svela che “pensiamo a nuove regole che eliminino completamente gli ambiti di discrezionalità, sia da parte dei progettisti che della commissione del Paesaggio. In passato questa discrezionalità ha portato a volte a risultati positivi, altre volte no. Vogliamo evitare ulteriori tensioni con i cittadini”. Palazzo Marino ha capito che “i milanesi vogliono un’amministrazione più attenta e più forte, che incrementi il suo ruolo di indirizzo, di governo e di controllo dello sviluppo del territorio”.

L’assessore, dunque, fa capire che in futuro, a Milano, al di là delle inchieste della magistratura, le “ristrutturazioni” non potranno più diventare nuove costruzioni grazie a una semplice Scia e non a un Permesso di costruire. Quanto a risolvere i problemi legati ai cantieri sequestrati, invece, il Comune aspetta ancora il via libera al Decreto Salva Milano. Entro il 5 marzo si saprà se saranno presentati emendamenti al Senato e il provvedimento, in caso di via libera alle richieste di modifica, sarà rimandato alla Camera. In quel caso, il “sì” al Salva Milano slitterebbe ancora. E il decreto potrebbe essere archiviato.