Milano – Dallo stringato comunicato stampa, diffuso dopo l’incontro, emerge la "necessità di individuare criteri applicativi delle norme in tempi giusti". Il tentativo di trovare una soluzione all’impasse vista "l’urgenza di far ripartire un’intera filiera, legata alle costruzioni e alla riqualificazione immobiliare, che tocca gli interessi economici e sociali di tutta la città". Lo stallo dell’urbanistica milanese, dopo la serie di inchieste della Procura che hanno messo sotto la lente progetti di rigenerazione urbana che stanno cambiando il volto di quartieri della città, ieri è stato al centro di un incontro fra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, e il procuratore di Milano, Marcello Viola. Un incontro definito "costruttivo" dal partecipanti, che ribadiscono la "totale autonomia e indipendenza dei ruoli".
Da sempre vicino al leder leghista e attuale ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, Morelli ha preso in mano una questione delicata, che vede incrociarsi anche interessi di colossi del mattone che spingono per trovare al più preso una soluzione sull’asse Roma-Milano, mentre sono una trentina i progetti finiti al centro di indagini della Procura, nella maggior parte dei casi con fascicoli senza indagati o ipotesi di reato aperti dai pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici. E un’istruttoria è stata anche avviata dalla Corte dei Conti, per verificare un presunto danno erariale. Si contestano presunti abusi edilizi, l’utilizzo della Scia per ristrutturazione al posto del permesso di costruire, oltre a problematiche su piano dei servizi, oneri di urbanizzazione e altri aspetti.
Le indagini sul progetto Park Towers di Crescenzago sono già state chiuse, e potrebbero portare a una richiesta di rinvio a giudizio per costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano indagati. Su altri progetti gli accertamenti sono ancora in corso, mentre di fatto si è creata una situazione di stallo nell’urbanistica milanese, con centinaia di pratiche bloccate. Per correre ai ripari dopo le inchieste, la Giunta ha approvato una delibera con nuove linee di indirizzo in materia urbanistica che ha recepito l’interpretazione normativa del gip Daniela Cardamone che - pur non dando il via libera al sequestro - ha riconosciuto la fondatezza dell’impianto accusatorio nel caso Park Towers.
Una delibera contestata, tra gli altri, dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano Federico Aldini: "Pur comprendendo l’obiettivo di tutelare i dipendenti del Comune mette in discussione l’apparato normativo su cui si è lavorato in questi anni e contraddice quanto riportato nel Pgt 2030 e anche la circolare 1/2023 della stessa amministrazione relativa a un chiarimento sul tema degli edifici di altezza superiore a 25 metri". Come dire, in sostanza, che la toppa è peggio del buco.
Gli Ordini degli architetti, degli ingegneri e dei geometri hanno scritto da tempo una lettera a Comune, Regione e Governo, ai ministri Nordio e Salvini, per chiedere chiarimenti normativi perché i professionisti non sanno più come muoversi. "Finora – spiega Aldini – non abbiamo ricevuto risposte, e permane lo stato di incertezza".
Per due volte, nelle scorse settimane, il procuratore Viola ha incontrato l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, mentre il sindaco Sala ha espresso più volte pubblicamente la sua preoccupazione. Ieri è arrivato il turno di Morelli, che si trovava già a Milano per una serie di impegni. L’incontro si è concluso con la dichiarazione sulla "necessità di individuare criteri applicativi delle norme" sanando la situazione di stallo, che in linea teorica potrebbe replicarsi anche in altre città d’Italia dove progetti di rigenerazione urbana su aree dismesse vengono portati avanti con la stesso sistema. Si attendono, ora, passi concreti.