ANDREA GIANNI
Cronaca

Urbanistica, il Bosconavigli di Boeri sotto accusa. Ecco cosa non torna nel progetto dell’archistar

La relazione dei consulenti della Procura di Milano evidenzia, tra le altre cose, l’assenza del piano attuativo e alla convenzione davanti al notaio

Bosconavigli

Bosconavigli, il cantiere in zona Tortona finito sotto la lente della Procura

Milano – Le presunte irregolarità riscontrate dai consulenti della Procura di Milano legano il progetto immobiliare Bosconavigli, firmato dall’archistar Stefano Boeri, alle decine di altre operazioni di rigenerazione urbana finite al centro di inchieste. La mancanza del necessario “piano attuativo” per costruire, con gli annessi servizi per i residenti dell’area interessata. L’altezza della costruzione che arriva a 41 metri, superando i 25 che sono il limite proprio per fare a meno del piano attuativo. E poi l’assenza di una delibera di Giunta o del Consiglio comunale, con la convenzione urbanistica stipulata, invece, davanti a un notaio tra il privato costruttore e un dirigente comunale.

Una “scorciatoia" riscontrata già in altri progetti finiti sotto la lente, nell’ambito di inchieste che hanno già portato al sequestro di due complessi, in via Lepontina e a ridosso del Parco delle Cave. Sono questi, da quanto si è saputo, gli elementi principali delle presunte irregolarità evidenziate dai consulenti della Procura di Milano - il giurista Alberto Roccella e l’urbanista Maurizio Bracchi - sul progetto immobiliare Bosconavigli, che dovrebbe sorgere nello storico quartiere San Cristoforo, zona sud-ovest del capoluogo lombardo. Progetto ideato dall’archistar Stefano Boeri, già noto in tutto il mondo per il Bosco verticale.

La consulenza è stata depositata da poco dai due professori agli atti dell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, aperta per l’ipotesi di lottizzazione abusiva e al momento a carico di ignoti. Dopo il deposito della consulenza e anche di una relazione della Gdf gli inquirenti procederanno con le iscrizioni nel registro degli indagati. Si tratta di uno dei numerosi fascicoli di indagine portati avanti da quasi due anni ormai dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici del pool guidato dall’aggiunta Tiziana Siciliano sulla gestione urbanistica in città e che ha portato anche a sequestri di cantieri di grattacieli e palazzi in costruzione.

A settembre, tra l’altro, alla Camera si dovrebbe discutere una proposta di legge ribattezzata “salva Milano”, proprio a seguito delle numerose indagini della Procura milanese su presunti abusi edilizi in operazioni immobiliari, che non avrebbero rispettato normative regionali e nazionali. La mancanza del piano attuativo, che comporta di dover tenere conto di servizi per la cittadinanza come parcheggi e aree verdi, così come l’assenza di una delibera comunale per la convenzione urbanistica sono elementi che si ritrovano pure in altre inchieste aperte su vari progetti immobiliari.

Indagini che in altri casi, poi, hanno evidenziato come le nuove costruzioni siano state fatte passare, in sostanza, per ristrutturazioni di precedenti edifici. Il tutto, secondo le indagini, con la presentazione da parte delle imprese edili di una semplice “segnalazione certificata di inizio attività”, ossia la Scia, per iniziare i lavori. Di recente, su ordinanza del gip, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf ha messo i sigilli anche alle Residenze Lac, complesso immobiliare, con vista lago, ai bordi del Parco delle Cave. Progetto con un “rilevante impatto” sul tessuto della città tale da richiedere, ha scritto il giudice, una pianificazione preliminare che, secondo l’accusa, sarebbe stata “dribblata” ancora una volta in nome della Scia. Nei prossimi mesi si apriranno a Milano le prime due udienze preliminari relative ai fascicoli sull’edilizia: quello sulle Park Towers di via Crescenzago, vicino al Parco Lambro, e quello su Torre Milano, grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa. Tra gli imputati anche dirigenti, responsabili e tecnici dello Sportello unico dell’edilizia del Comune (Palazzo Marino ha sempre negato irregolarità), oltre ad architetti e costruttori.