ANDREA GIANNI
Cronaca

Urbanistica, quei progetti nel caos. Da zona Ripamonti a Cagnola: "Tempi infiniti e contraddizioni"

Palazzo al posto della ex Salumeria della musica, non serve un piano attuativo ma resta nel limbo. Gli urbanisti del Poli: il salva Milano non è la soluzione. Assoimmobiliare: va subito approvato.

L’area di cantiere in via Gassendi dove dovrebbe sorgere l’edificio contestato

L’area di cantiere in via Gassendi dove dovrebbe sorgere l’edificio contestato

Dove un tempo sorgeva la Salumeria della Musica, storico locale live chiuso da anni, al civico 4 di via Pasinetti, è prevista la costruzione di un palazzo con 65 appartamenti. Lo scorso 20 maggio alcuni residenti avevano scritto al Comune sollevando criticità già al centro di altri esposti su operazioni immobiliari in altri quartieri di Milano: "La realizzazione di nuove 60 unità abitative, porterà nell’isolato decine di nuovi residenti, aumentando il carico urbanistico e la domanda di servizi nell’area, aggravando altresì i problemi di traffico già esistenti, in una strada di ridotte dimensioni e di raccordo con via Ripamonti" oltre a una "riduzione di luce e aria" per i residenti. Il caso è finito davanti al gruppo di lavoro istituito dal Comune quasi un anno fa per valutare i progetti che per le loro caratteristiche potrebbero finire al centro di indagini su presunti abusi edilizi. E gli accertamenti, come è stato comunicato all’operatore immobiliare, hanno concluso che "non necessita un piano attuativo" con la relativa analisi dei servizi per la cittadinanza, che "l’intervento deve qualificarsi di nuova costruzione" e individua "quale modalità più corretta il ricorso alla monetizzazione delle dotazioni territoriali". Nel frattempo i lavori sarebbero ancora bloccati in attesa del rilascio del permesso di costruire, mentre le bonifiche precedute dalla demolizione si sono già concluse il 28 novembre 2023, come emerge dalla certificazione della Città metropolitana. I residenti, intanto, attendono ancora una risposta alle loro istanze.

Altra zona di Milano, altro progetto dal futuro incerto. In via Gassendi 12 il Comune, con la richiesta di una serie di chiarimenti ai costruttori, ha sospeso il procedimento per il permesso di costruire, stoppando la costruzione di un palazzo al posto di un capannone che cambierebbe il volto della via privata della Bindellina, borgo Cagnola. Solo che, segnalano i residenti, i cantieri stanno andando avanti, nonostante il provvedimento. Un caso finito anche sotto la lente della Procura di Milano, che ha già aperto oltre 30 inchieste su presunti abusi edilizi, dopo l’esposto firmato da un condominio adiacente e dal comitato di quartiere Bindellina.

All’ultima sollecitazione del comitato, è arrivata una stringata risposta della Direzione rigenerazione urbana di Palazzo Marino: "Gli uffici competenti stanno concludendo le ultime verifiche". Intanto il tempo passa, aumenta l’incertezza e progetti restano bloccati o in un limbo. I due casi prima citati sono solo uno spaccato dell’impasse. Il salva Milano potrebbe risolverlo? Sul provvedimento aumentano le voci contrarie. Per la Cgil "servirebbe una modifica radicale del suo impianto", e anche la Uil ha espresso da sempre un giudizio negativo. Ieri, durante una tavola rotonda a Roma organizzata dalla senatrice del M5s Elena Sironi, è stato presentato un documento redatto dagli urbanisti e docenti del Politecnico Alessandro Coppola, Elena Granata, Arturo Lanzani, e dall’avvocata Veronica Dini, esperta di tematiche ambientali. I piani attuativi, si legge, sono "strumenti fondamentali" e "abbandonarli significherebbe un’espansione edilizia fuori controllo". E il salva Milano, invece di essere una soluzione, "alimenta nuovi contenziosi senza neppure definire del tutto quelli in corso (...) crea danni erariali e minore entrate per le casse dei Comuni". Esistono alternative? "È possibile intervenire in via amministrativa revocando in autotutela le autorizzazioni rilasciate illegittimamente – scrivono – riaprendo le relative istruttorie e approdando a nuovi provvedimenti, coerenti con la normativa nazionale e orientati ai principi costituzionali. Oppure, avviando programmi di giustizia riparativa che offrano compensazioni effettive e adeguate, non solo monetarie". Chiede invece una rapida approvazione del salva Milano Confindustria Assoimmobiliare: "Bloccarlo significa danneggiare pesantemente non solo una città, ma un’intera filiera: favorisce la demoricostruzione di edifici dismessi e da bonificare, in quanto nella maggior parte dei casi si interviene su tessuti urbani consolidati e senza consumo di suolo".