La qualificazione "indebitamente attribuita" come ristrutturazione edilizia avrebbe consentito allo sviluppatore del progetto delle Residenze Lac, ai bordi del Parco delle Cave, una "consistente riduzione del contributo di costruzione dovuto", con uno “sconto“ di 618.698 euro. La quota più consistente, come emerge dalla relazione dei consulenti della Procura di Milano (i professori Chiara Mazzoleni e Alberto Roccella), è data dalla "riduzione per oneri di urbanizzazione" primaria e secondaria, pari a 509.699 euro. Poi c’è "l’indebito beneficio di due vantaggi tributari ai danni dell’erario", perché "l’Iva per il costruttore è agevolata al 10% invece dell’aliquota ordinaria" e inoltre è prevista dal testo unico delle imposte sui redditi una "detrazione d’imposta per ciascuna unità immobiliare, a favore di coloro che l’acquistano entro 18 mesi dalla fine dei lavori". Aspetti finiti anche sotto la lente della Corte dei Conti che ha aperto istruttorie parallele alle decine di inchieste su progetti di rigenerazione urbana autorizzati come ristrutturazioni invece che come nuove costruzioni condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici.
Indagini su presunti abusi edilizi avviate a settembre 2022 che stanno andando avanti e, dopo i sequestri del “Giardino segreto“ in via Lepontina e delle Residenze Lac in via Cancano a Baggio, potrebbero portare a ulteriori sviluppi. In un passaggio dell’istanza di sequestro delle Residenze Lac, accolta dalla gip Lidia Castellucci che ha messo i sigilli sui cantieri, la Procura evidenzia l’esistenza di "metodologie fondate su determine dirigenziali e circolari di direttori e dirigenti dello stesso settore del Comune che, susseguendosi dal 2015, hanno creato un sistema urbanistico e di titoli edilizi “semplificati e in deroga“ ai principi fondamentali della materia". Il "ricorso sistematico", da parte dello Sportello Unico per l’Edilizia (Sue) di Palazzo Marino, a "metodologie di rilascio o di asseverazione dei titoli edilizi" su interventi con un impatto rilevante sul territorio "omettendo, al di fuori di ogni schema legale, l’aspetto della previa pianificazione di dettaglio di competenza del Consiglio o della Giunta comunale", e altre irregolarità che avrebbero portato alla "violazione degli standard urbanistici di legge". Sul caso delle Residenze Lac (sono 8 gli indagati tra cui Paolo Mazzoleni, attuale assessore all’Urbanistica a Torino e progettista della Lake Park, la società proprietaria dell’area, Rossella Bollini, titolare della società, dirigenti comunali e anche Giovanni Oggioni, allora responsabile Sue e ora componente della Commissione paesaggio) la convenzione urbanistica del 30 gennaio 2019 si sarebbe concretizzata "nell’arbitrario scavalcamento dei poteri del Consiglio e della Giunta", con irregolarità "a tutto vantaggio della rendita finale" di chi ha investito sullo sviluppo dell’area, e quindi con un danno per i cittadini.