REDAZIONE MILANO

Urbanistica a Milano, otto a processo per la Torre di via Stresa: l’accusa è di abuso edilizio e lottizzazione abusiva

Una decisione della gup Teresa De Pascale, che ha accolto la richiesta della Procura. A dibattimento andranno costruttori, progettisti, ex e attuali funzionari comunali

Milano, 23 gennaio 2025 – Otto persone, tra imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti o ex dirigenti dello Sportello unico dell'Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune di Milano, sono stati mandati a processo per abuso edilizio e lottizzazione abusiva per la realizzazione della Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa. A deciderlo è stata la gup di Milano Teresa De Pascale accogliendo la richiesta della Procura. 

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La torre Milano in via Stresa, 85 metri, finita nel mirino della Procura dopo al denuncia dei residenti

Il processo si aprirà il prossimo 11 aprile davanti alla settima sezione penale. È il primo procedimento sugli abusi edilizi a Milano che arriva a processo. Il giudice ha dichiarato prescritta un’accusa di falso contestata a uno degli imputati e il non luogo a procedere per il reato di abuso d'ufficio, che è stato abrogato.

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Lo scorso settembre, l’udienza preliminare aveva preso il via con la costituzione di parte civile di una signora che vive di fianco al grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa. Nell’udienza era stata solo ammessa la vicina come parte del procedimento, la quale potrà chiedere i danni. 

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Le accuse

Le accuse sono di aver qualificato come una “ristrutturazione edilizia” invece che “nuova costruzione” l'intervento di demolizione e ricostruzione di due edifici e la loro sostituzione con un grattacielo di 24 piani alto 82 metri e un altro edificio più piccolo, accedendo così - a dire dei pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici - a una serie di vantaggi economici, urbanistici ed edilizi in deroga alle leggi nazionali. La “lottizzazione abusiva” si qualificherebbe, in particolare, per aver iniziato una “trasformazione edilizia urbanistica” in assenza di un “piano urbanistico attuativo” obbligatorio per gli edifici con altezze superiori ai 25 metri. Sarebbero stati quindi violati i limiti di legge “inderogabili” su “densità, altezza e distanza” degli edifici provocando la “compromissione del paesaggio urbano” e il tutto senza prevedere un aumento dei “parcheggi”, né del “verde”, nonostante i nuovi “carichi urbanistici” stimati in 102 appartamenti per 320 abitanti.

Il progetto Torre Milano era stato avviato il 6 settembre 2018 con una Scia (segnalazione certificata di inizio attività), alternativa al permesso a costruire, in base a una circolare del 31 maggio. Quella firma - sostiene la procura - avrebbe procurato “un ingiusto vantaggio economico di rilevante gravità” al privato e “ingiusto vantaggio patrimoniale” derivante da “maggiori volumi” sul grattacielo. 

La difesa: “Processo inutile”

“Ce lo aspettavamo, è una questione tecnica che necessita del vaglio dibattimentale. Ci dispiace soltanto che non sia stato valutato l'elemento soggettivo dei reati contestati, perché l'impresa si è semplicemente adeguata alla linea politico-amministrativa del Comune di Milano”, ha detto l'avvocato Federico Papa, legale di Carlo Rusconi, imprenditore edile e legale rappresentante della Opm, che ha costruito la Torre Milano. “È un peccato, perché si celebra un processo che non aveva ragione di essere e la situazione sarà chiarita, sarà un processo inutile. Quando la questione sarà approfondita si vedrà che non c'è alcun sistema o complotto e che i rapporti pubblico-privato hanno fatto bene alla città”, ha aggiunto l'avvocato Michele Bencini, legale di Stefano Rusconi, anche lui imputato e rappresentante legale della Opm. Per Gianni Maria Beretta, architetto, progettista e direttore dei lavori, difeso dall'avvocato Massimiliano Diodà, la gup De Pascale ha dichiarato prescritta un'imputazione per falso. 

I progetti nel mirino

Il primo caso scoperto dalla pm di Milano Marina Petruzzella è stato quello di una torre alta 27 metri, Hidden Garden, costruita dentro un cortile di piazza Aspromonte. Poi sotto indagine sono erano la Torre Milano di via Stresa, le Park Towers di via Crescenzago, due grattacieli di 23 e 16 piani affacciati sul verde del Parco Lambro, poi ancora il Bosconavigli di Stefano Boeri, le torri nel Parco delle Cave e altre operazioni. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva ha ammesso che sono almeno 150 a Milano i cantieri aperti che hanno caratteristiche simili a quelli sotto indagine.