Milano – Si chiama Lizeth Nathalie Tacuche Rodroguez, è peruviana, ha 42 anni, ed è “l’usuraia di via Padova” arrestata con provvedimento della pm Francesca Crupi. Stamattina andrà a giudizio abbreviato davanti alla gip Sonia Mancini.
Le prime perquisizioni che hanno portato al suo arresto risalgono a settembre, gli investigatori erano sulla sua strada da un po’. La donna, stando a quanto hanno spiegato gli inquirenti, teneva letterlmente “in scacco” la comunità sudamericana di questa zona di Milano, prestando somme di denaro ad interessi fino al 100% a connazionali in difficoltà, che non riuscivano a pagare le rate del mutuo di casa, ad affrontare piccole spese quotidiane o grosse spese sanitarie. La donna, molto conosciuta in zona, e dai modi apparentemente affabili, riceveva i potenziali clienti sulla via, spesso all’angolo con via Bengasi, approfittava del momento di difficoltà di persone che avevano perso il lavoro dopo il Covid. La sua attività di usuraia era iniziata appunto proprio nel 2020. E la prima denuncia di una vittima vessata risale a fine 2024.
La donna, che deciderà di opporsi al ricatto e denunciare, dando il via all’indagine, lavora come operatrice sanitaria e a Nathalie Rodriguez si era rivolta dopo un passaparola interno alla comunità. Quando l’operatrice sanitaria non era però riuscita a restituire la somma, il compagno della peruviana aveva mandato due persone a cercarla sul posto di lavoro, l’avevano minacciata di morte se non avesse ripagato quel denaro. Quando gli investigatori hanno perquisito casa della Rodriguez hanno trovato una agendina contenente una trentina di nomi ai quali lei, negli ultimi sei mesi, aveva prestato somme che andavano da mille a cinquemila euro. Accanto a ogni nome c’era una P se avevano saldato e un punto rosso se erano ancora debitori.
Il compagno di lei, invece, si occupava del “recupero crediti“. Nei cellulari sequestrati alla donna e al suo compagno c’erano ancora i messaggi, di questo tenore: "Non mi interessa se i soldi ti servono per tua mamma che sta male. Paga quello che devi alla mia donna altrimenti sono guai”. E ancora: “Io non permetto che non si porti rispetto alla mia donna. Paga e poi non ci sentiamo più altrimenti è peggio per te”. Gli investigatori lanciano l’allarme: “Chi è vittima denunci”, perché il sospetto è che i casi di persone finite nella rete siano tanti di più.