
REGALO Il ministro alla Cultura Enrico Franceschini riceve un libro di lusso dai vertici della casa editrice Utet
Milano, 11 febbraio 2017 - Un trasloco da Bologna a Milano. È quello che sta pianificando la direzione di Utet grandi opere, il ramo della storica casa editrice torinese che si occupa di volumi di pregio a tiratura limitata. Per intenderci, nel 2009, quando l’allora primo ministro Silvio Berlusconi ha organizzato all’Aquila il G8 con i capi di Stato delle grandi potenze internazionali, i leader hanno ricevuto in omaggio anche un libro su Canova edito proprio da Utet Grandi Opere. Solo qualche giorno fa il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha ricevuto la prima copia di «Caravaggio, genio d’Europa», un tomo con 125 immagini dei capolavori del pittore, ultima fatica dei redattori di Bologna. L’attività tuttavia è in rosso, il consuntivo del 2016 prevede un 15% di perdite, che si accumuleranno al 20% di calo del fatturato registrato già nel 2015 rispetto al 2014.
«Nel complesso parliamo di circa 3 milioni di euro», osserva Marco Castelluzzo, amministratore delegato di Utet grandi opere. Per questo settimana scorsa la direzione ha annunciato il suo piano per salvare l’azienda: chiudere la sede di Bologna, a San Lazzaro di Savena per la precisione, e trasferire i venti lavoratori nel quartier generale dell’azionista di controllo, Cose Belle d’Italia, in via Lanzone a Milano, nel cuore della città. Martedì il piano è stato presentato ai sindacati. Che lo hanno rispedito al mittente. «L’azienda dice di voler completare questo trasferimento entro l’estate – spiega Luca Simonazzi, Slc Cgil -. Parlano di sinergie con le altre aziende della capogruppo, ma non si capisce quali risparmi dovrebbe comportare un trasferimento da Bologna al centro di Milano». Per questo Cgil e Fistel Cisl denunciano che così «sono a rischio professionalità altissime e specializzate» e annunciano 16 ore di sciopero.
Utet grandi opere, il cui marchio è in concessione da De Agostini, oggi ha acquisito anche Fmr Art’è ed è nel portafoglio di Cose Belle d’Italia. Quest’ultima società si presenta come «un gruppo che aggrega realtà italiane rappresentanti l’eccellenza del made in Italy», è nata nel 2013 è ha alle spalle il fondo Europa Investimenti. Le partecipazioni si allargano a quattordici società: oltre a Utet grandi opere e Fmr, Cdbi media entertainment (specializzata in grandi eventi), i marchi di moda Alberto Del Biondi, Laverda Collezioni, lo studio di architettura Maestria, Industria del design con il suo marchio Nerocarbonio, la torrefazione Antica Tostatura Triestina, i motoscafi di Apreamare e le imbarcazioni di Vismara Marine, il cioccolato della cremonese Feletti, ma anche i volumi di pregio di Arte del libro e le riviste della milanese Polo intrattenimento. «Utet produce 6-7 libri all’anno e un’opera di approfondimento ogni due-tre anni – prosegue Castelluzzo -. Spostando il lavoro a Milano potremmo sviluppare sinergie con gli altri marchi del gruppo, con nuovi prodotti editoriali e nuovi canali di distribuzione». I sindacati hanno «convocato il tavolo di salvaguardia del patrimonio produttivo dell’area metropolitana . E in quell’incontro chiederemo all’azienda di fare un passo indietro».