Milano, 1 gennaio 2021 - Il V-day dell’Istituto Clinico Humanitas coincide con l’inizio del nuovo anno: dalle 10 della mattina, 24 tra medici, infermieri e OSS hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid. Il primo gruppo ha incluso professionisti impegnati nelle cure di pazienti fragili, ad esempio onco-ematologici, nelle procedure ad alto rischio di contagio e ovviamente quelli particolarmente esposti al virus, come le équipe che prestano servizio in Emergency Hospital 19. Le vaccinazioni, legate all’effettiva e progressiva disponibilità delle dosi fornite da Regione Lombardia, saranno via via estese a tutti i professionisti e allo staff dell’ospedale.
“Iniziare oggi ha un significato particolare – ha commentato Michele Lagioia, Direttore Sanitario di Humanitas – i vaccini sono arrivati il 31 dicembre e ci siamo immediatamente organizzati per essere pronti in poche ore. Abbiamo riscontrato grande entusiasmo tra gli operatori sanitari. Proseguiremo nei prossimi giorni a vaccinare tutti i professionisti dell’ospedale mano a mano che arriveranno le dosi”.
“Festeggiare l’inizio dell’anno facendo il vaccino è una grande gioia. Mi sento orgogliosa e più sicura per i miei familiari e per i pazienti” – ha raccontato Denise Comina, medico di Pronto Soccorso di Humanitas. È stata la lei la prima a ricevere il vaccino, tra gli applausi e la commozione dei colleghi presenti.
“Facciamo questo mestiere da tanti anni, ma oggi davvero ci siamo commosse ad effettuare il vaccino ai colleghi. Essere qui, con tutto il team di Humanitas in una giornata così speciale ci riempie di gioia e di speranza. È stato un anno difficile per tutti ed è bello iniziare il 2021 con un segnale così forte” – hanno spiegato Barbara Niclini, coordinatore infermieristico di Humanitas, e Serena Pagani, infermiera responsabile di area ambulatori, che si sono occupate delle inoculazioni in questa prima giornata.
Nell’arco del 2020, gli ospedali Humanitas hanno curato oltre 4500 pazienti Covid tra Milano, Bergamo, Torino e Castellanza. Un lavoro reso possibile dalla tenacia del personale sanitario, che ha accompagnato le trasformazioni logistiche e organizzative con il massimo dell’impegno, e dalla costruzione di strutture di supporto, come Emergency Hospital 19 a Rozzano e Emergency Center a Bergamo, nate unendo competenze mediche e ingegneristiche proprio per far fronte alle nuove necessità dettate dalla pandemia.