MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

Valerio Braschi, vincitore di Masterchef ed enfant prodige della cucina: "Il mio mondo Pop vi contagerà"

Dalla Romagna a Milano ispirandosi a Andy Warhol : "Ma non dimentico i sapori di casa"

Milano, 7 agosto 2023 –  Gli artisti della tavola vanno ascoltati, capiti e se possibile, ammirati in cucina, laboratorio autentico e sede operativa in cui le idee si trasformano in vere e proprie creazioni per gli occhi e per il palato. Per scoprire i segreti, l’origine del loro estro e molto più semplicemente apprezzare ogni singolo gesto di amore che ogni buon “direttore dei fornelli“ impartisce alla propria orchestra. Valerio Braschi ne ha fatta di strada da quando nel lontano 2017 si è aggiudicato la sesta edizione di Masterchef, diventando il più giovane vincitore del programma e sbaragliando i concorrenti con il suo menù futuristico che tra i tanti piatti all’avanguardia includeva spuma di plancton con sashimi di capasanta.

La sua ricerca culinaria e gastronomica lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo - "India, Giappone e Scandinavia sono i paesi che mi hanno ispirato di più" rivela - per aggiungere nuove tessere al suo mosaico enogastronomico e inaugurare a Milano un locale pop, ispirato nel design ma non solo, all’arte di Andy Warhol. Un murales dai colori sgargianti e caldi dà il benvenuto agli amanti della forchetta che verranno coccolati con una serie di portate all’insegna di un’esperienza di fine dining: partendo dalla ricca scelta di acque, dalle tradizionali a quelle di lusso, fino agli oli di produzione locale e ai caffè. Il Vibe, in via Arcangelo Ghigleri 1, ha tutte le caratteristiche per competere con i grandi nomi della ristorazione meneghina.

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"Nei miei piatti troverete sapori forti, abbinamenti audaci e un retrogusto di casa, che per me vuol dire Santarcangelo di Romagna, la lasagna di mamma e i tortellini del babbo, oltre alle influenze culturali straniere. Cerco di usare pochi ingredienti ma di valorizzare la materia prima: il crudo di ricciola all’olio essenziale di aneto penso che inglobi tutti questi mondi", racconta lo chef venticinquenne.

La curiosità e la mente visionaria lo hanno condotto a indagare tecniche innovative, come le macchine laser per scansionare la carne da pesare e tagliare - "I primi guadagni li ho spesi viaggiando e ordinando cibi esotici o attrezzi da cucina costosi" e a brevettare delle ricette fuori da qualsiasi schema: pene di toro alla scapece, carbonata distillata e lasagna in tubetto, sono solo alcuni dei colpi di genio e di provocazione, nati dalla sua mente. Qualità che gli hanno permesso di farsi conoscere tra gli esperti del settore, aggiudicandosi diversi riconoscimenti: nel 2021 è stato nominato “Giovane chef dell’anno“ , nel 2018 ambasciatore della Cucina Italiana nel Mondo a Nuova Delhi, è anche entrato nella Guida Michelin e ha ricevuto il Premio Tradizione Futura dal Gambero Rosso.

"Mi piace pensare ad ogni dettaglio, dai quadri, alla location, fino all’organizzazione dei lavori con i piastrellisti e gli architetti. Dopo i quattro anni a Roma passati da Ristorante 1978 avevo bisogno di trovare nuovi stimoli e venire a Milano è sempre stato un mio sogno. Non nascondo che l’obiettivo è puntare in alto e raggiungere la stella Michelin".

Un sogno che Valerio Braschi è arrivato a cullare ripartendo da zero dopo la vittoria di Masterchef: "Bruno Barbieri mi aveva fatto un’offerta di lavoro ma volevo dimostrare di poter stare ad alti livelli per merito mio, c’è gente che ci impiega una vita e io avevo solo vinto un programma. Poi ero all’ultimo anno di liceo e non mi sembrava il caso di buttare via cinque anni di studio. Così ho dato tutto il montepremi di 55mila euro ai miei genitori, mi sono diplomato e ho tenuto una piccola parte per fare le prime esperienze. Avevo solo 18 anni e tenere tutti quei soldi sul mio conto mi sembrava stupido perché non me li ero meritati".

Ha lavorato stando sempre con i piedi ben piantati a terra - "Sono andato per la prima volta in discoteca giusto un mese fa qua a Milano" - con il sostegno della sua famiglia - "Anche se all’inizio erano un po’ preoccupati di tutto questo tran tran, io sono sempre stato un ragazzo di paese" - e circondandosi di persone dinamiche, proprio come lui. "Io sarò alle prese con i fornelli in cucina mentre la sala sarà di “ proprietà“ di maître, sommelier e chef de la rang e prepareremo solo otto servizi settimanali: siamo aperti cena e pranzo nel weekend mentre solo alla sera mercoledì e giovedì. La mia filosofia è lasciare ai dipendenti tre giorni di libertà per riposare, in modo che nei giorni di lavoro siano sereni, carichi e pronti a dare il massimo. Di solito così si lavora anche meglio".

Discorso a parte per il campione dei fornelli di Santarcangelo di Romagna che da quando ha inaugurato il ristorante vive giorno e notte nel locale per riuscire a terminare il prima possibile la fase di rodaggio: "Mi sono cimentato a capofitto e sento la responsabilità di quello che sto facendo. In questo mondo o ti butti o vivi nelle sicurezze con la consapevolezza che non ti sentirai mai soddisfatto. Io mi sono decisamente buttato. La mia valvola di sfogo? Quando torna a casa mi dedico ai miei serpenti e ai gatti. Coccolarli mi dà serenità e mi consente di staccare la spina".