Gestione della vasca di laminazione, monitoraggio del suo impatto sul territorio circostante e tutela della salute dei residenti che vivono nel quartiere cittadino "Papa Giovanni XXIII": il Comune di Bresso intende aprire un percorso sul futuro dell’invaso artificiale da 250mila metri cubici nel Parco Nord Milano, quasi ultimato sulla sponda milanese del fiume Seveso ma a ridosso del grande plesso dei caseggiati di via Papa Giovanni XXIII costruiti, invece, a poche decine di metri dalla sponda sinistra. Il tutto, a cominciare da un incontro, richiesto dal sindaco Simone Cairo al prefetto di Milano, con gli altri enti istituzionali coinvolti, per fare il punto non solo sul progetto specifico dell’impianto infrastrutturale, in grado di "laminare" le acque del Seveso quando è in piena, ma anche sull’operatività della stessa nel contesto urbano della città bressese.
Alla riunione l’Amministrazione comunale di Bresso presenterà alcune richieste: "Prima di tutto, ringrazio il prefetto di Milano per l’attenzione su questi temi e per l’incontro concesso e previsto nei prossimi giorni - inizia il primo cittadino Cairo -. Prima della messa in funzione della vasca, ritengo sia importante chiarire quale istituzione si prenderà in carico la gestione dell’impianto. A seguire, anche la sua manutenzione sarà un argomento importante da discutere". Ma, soprattutto, l’approfondimento riguarderà il monitoraggio dell’impatto ambientale che questo bacino artificiale avrà sulla limitrofa area verde e, per Bresso, sulla vita degli abitanti del limitrofo quartiere: "Nello specifico, ci interessa il controllo strumentale sulla dispersione degli agenti e dei depositi inquinanti portati dalle acque del Seveso nella vasca di laminazione. - conclude il sindaco Cairo -. Per noi, sarebbe utile costruire un protocollo di monitoraggio con la posa di centraline, che producano dati visibili a tutti. Riteniamo che un ente terzo possa svolgere questo compito per la tutela della salute dei residenti di Bresso". Giuseppe Nava