Milano, 15 dicembre 2024 – “Quest’anno sono entrate delle persone allucinanti. I “topi morti“ (...) ci ha obbligati a prenderli”. Nelle conversazioni tra docenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, i “topi morti” erano, annotano gli inquirenti,
“ allievi senza capacità che vengono ammessi grazie all’interessamento del docente che ha somministrato loro lezioni private”.Un sistema “mafioso e corrotto”, sintetizzava una docente in una chat dell’ottobre 2022 con la collega che per prima ha redatto una relazione di servizio descrivendo quel “contesto di gravi irregolarità connesso alle procedure di selezione e ammissione di candidati”, nell’ambito del progetto Turandot regolato da un accordo fra Italia e Cina. Dichiarazioni che hanno dato origine all’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dal pm Giovanni Polizzi, sfociata nell’interdizione dagli uffici pubblici e privati per un anno per tre insegnanti di canto del Conservatorio accusati, a vario titolo, di corruzione, induzione indebita e falso.
Veleni all’interno del prestigioso istituto e accordi sottobanco tra gli indagati per “spartirsi“ gli aspiranti alla scuola del bel canto provenienti da Oriente e approdati nella città della Scala, a cui chiedere tra i 9mila e i 12mila euro a testa su “pacchetti” virtuali di 50-80 lezioni di canto, oltre a regali come perle, gioielli e occhiali griffati, in cambio di una spinta per l’ammissione. Una “manipolazione dei risultati”, annota la Procura, con la “lottizzazione dei posti disponibili nelle classi di canto”. Era “prassi” tra “numerosi docenti di canto” del Conservatorio “condividere la lista dei propri allievi privati e assumere accordi per avvantaggiare i rispettivi candidati, a discapito di quelli che non erano passati dalle loro lezioni private”. E dagli atti dell’inchiesta, riportati nell’ordinanza della gip Alessandra Di Fazio, che non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal pm disponendo invece l’interdizione, emerge uno spaccato del sistema. Una docente indagata è andata su tutte le furie, quando la sua allieva non è stata ammessa, anche avanzando le sue “doglianze” in sede sindacale. Infine ha dovuto restituire alla ragazza cinese 8.500 euro sui 10mila già incassati, indicando come causale nel bonifico “lezioni non godute”. Ma non ci sono sole le lezioni private, dai costi abnormi e fuori da ogni standard del mercato, effettuate anche sfruttando le aule del Conservatorio.
A Natale 2021 la professoressa riceve come regalo dalla giovane allieva addirittura gioielli con rubini. Per ringraziare le manda un selfie con la collana e gli orecchini con le pietre preziose: “Tesoro è stupendo il regalo non ho mai avuto una pietra rossa – scrive – ringrazia tanto mamma e papà”. L’anno dopo, a Natale 2022, la docente stila anche la sua “letterina“ dei doni graditi. “Un rossetto, mascara blu, una cosa firmata, un paio di orecchini (...) oppure mi conservo io i soldi e mi compro una borsa o una sciarpa”. Un sistema che, secondo le testimonianze acquisite, era noto nella comunità cinese. “Io preparare soldi bene, dentro una busta non ci vede nessuno”, scriveva uno dei 18 cinesi indagati a piede libero. “Il Conservatorio ha fornito sin dall’inizio piena collaborazione e continuerà a collaborare. Sin dall’avvio dell’indagine, il Conservatorio ha formalizzato e messo in atto ulteriori misure rispetto a quelle già adottate in precedenza, finalizzate alla prevenzione del rischio corruttivo”, spiegano in una nota il direttore Massimiliano Baggio e il presidente Raffaello Vignali.