LAURA LANA
Cronaca

Venti nuove pietre di inciampo. Sesto ricorda gli operai delle fabbriche deportati nei lager

“È il nostro modo per farli tornare a casa”, dicono dall’Aned. Tra le vittime dei nazifascisti è stato ricordato Liborio Baldanza, operaio siciliano antifascista della Breda finito a Mauthausen

La posa della pietra d'inciampo in via Firenze a Sesto San Giovanni (Spf/Ansa)

La posa della pietra d'inciampo in via Firenze a Sesto San Giovanni (Spf/Ansa)

Sesto San Giovanni (Milano) – La storia di Liborio Baldanza, operaio siciliano antifascista, tra gli organizzatori degli scioperi del 1943 e del marzo del 1944, è quella di centinaia di lavoratori sestesi. Arrestati a casa, trasportati a Mathausen senza fare più ritorno. Ieri mattina l’Aned, davanti alla sua abitazione di viale Marelli 132, ha posato una pietra di inciampo in sua memoria. Ne sono state installate sei, ieri, delle 20 complessive che vedranno un’altra cerimonia pubblica sabato 25 gennaio e 8 febbraio.

Classe 1898, iscritto al Pci, Baldanza lavora in alcune aziende a Milano e nel 1925 entra alla Ercole Marelli di Sesto. A causa delle sue attività sovversive nel 1931 viene portato davanti al tribunale speciale e sconta 9 mesi di carcere. Quando esce, la Marelli lo licenzia e lui espatria clandestinamente per collaborare alla lotta da Francia e Svizzera. Nel 1934 è catturato e riconsegnato ai fascisti. Viene rilasciato e nel 1935 è assunto alla Breda. Tra i banchi di lavoro parla di politica e di lotta antifascista con gli operai, soprattutto giovani.

Dopo gli scioperi viene prelevato a casa nella notte del 13 marzo 1943 e deportato col convoglio che parte da Bergamo. Il 20 marzo è a Mauthausen, trasferito poi a Gusen, a Hinterhbrühl, Schwechat e Floridsdorf. Il primo aprile 1945 inizia la marcia di evacuazione durante la quale morirà due giorni dopo. Ieri è stato ricordato insieme a Severino Fratus (via Breda 40), Empidonio Chendi (via Breda 20), Giovanni Tamagni (via Firenze 13), Lisimaco Generali (via Bergomi 8) ed Ettore Paesani (via Bergomi 8).

Posa pietre d'inciampo  Sesto
La pietra d'inciampo posata in viale Marelli a Sesto (Spf/Ansa)

"Le 20 pietre di inciampo rappresentano una testimonianza concreta, materiale e letteralmente sotto gli occhi di tutti, per non dimenticare - spiega l’Aned -. Si vanno ad aggiungere alle 11 del 2023, alle 15 del 2024 e alle due che l’Aned nazionale ha voluto posare in ricordo dell’eccidio del Cibeno, dedicate a Levrino e Lacerra. È il nostro modo per farli ritornare a casa, in quei luoghi familiari e da dove, nelle notti di tanti anni fa, sono stati prelevati e mai più tornati. Furono 573 i lavoratori delle nostre fabbriche arrestati dai nazifascisti e inviati nei campi di sterminio, 233 non hanno fatto ritorno e quelli portati via da Sesto sono 140".