ALBERTO
Cronaca

Vestirsi di felicità e bellezza

Oliva Questa settimana torniamo da Ècate Caffè Libreria, che da sempre incarna il concetto di “Anima nascosta“, un luogo dove...

Oliva Questa settimana torniamo da Ècate Caffè Libreria, che da sempre incarna il concetto di “Anima nascosta“, un luogo dove...

Oliva Questa settimana torniamo da Ècate Caffè Libreria, che da sempre incarna il concetto di “Anima nascosta“, un luogo dove...

Oliva

Questa settimana torniamo da Ècate Caffè Libreria, che da sempre incarna il concetto di “Anima nascosta“, un luogo dove benessere psicofisico, crescita interiore e comunicazione si fondono col piacere di un buon caffè o di un calice di vino, immersi in un ambiente ricco di libri e piante. L’idea di Diego Leone e Manieri, fondatori di Do it human, ha trasformato un sogno in realtà, creando uno spazio dove l’incontro con se stessi si intreccia con quello con l’altro. Il nome “Ècate“ trae ispirazione da un’antica divinità, simbolo del potere del femminile e del mistero interiore. Con il suo calore unico e la sua atmosfera ricca di significato, Ècate è il palcoscenico perfetto per la presentazione di “Vestiti di Felicità. Indossa una bellezza che ti fa stare bene“ di Francesca Marini. Questa sera alle 19 Francesca racconterà a Jessica Fiumara, amica e collega che la intervista per l’occasione, come sia nata l’idea del libro. "Negli abiti proiettiamo la nostra visione, il desiderio di sentirci felici e di manifestare quel potere trasformativo che ogni donna porta dentro: bisogna abbandonare la bellezza intesa solo come apparenza per far emergere una bellezza autentica, che non segue regole preconfezionate ma nasce dall’intimità del nostro essere". In un’epoca dominata dai socia, dove ciò che appare spesso è ingannevole, il libro invita a riconoscere la “pepita d’oro“ che è la nostra autenticità, quella scintilla che, una volta abbracciata, ci permette di vedere negli abiti non solo una forma esteriore, ma un manifesto personale della nostra storia, dei nostri valori e delle nostre esperienze. Francesca spiega che il primo passo è spogliarsi, sia esteriormente che interiormente, da tutto ciò che non ci rappresenta più. Il linguaggio segreto dell’armadio diventa così uno specchio fedele, un mezzo per riconoscere i bias, le resistenze e le paure che ci boicottano. Solo dopo aver liberato spazio a ciò che veramente ci definisce, possiamo ritrovarci e, con coraggio, ri-vestirci di felicità.