Milano, 28 giugno 2024 – Un abito troppo stretto. Una camicia strappata. O semplicemente un capo che non rispecchia più il “proprio stile“. Sono tanti i motivi che spingono le persone a fare pulizia nell’armadio e a riempire sacchi di vestiti di cui sbarazzarsi. E sono sempre di più gli indumenti dismessi: in cinque mesi, tra gennaio e maggio di quest’anno, Amsa ne ha raccolti circa 1.600 tonnellate nel Comune di Milano, in lieve aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che corrispondono a circa 3 chili di vestiti all’anno per ogni cittadino. Significa 4mila tonnellate in totale. Nello specifico: nel 2023 sono state accumulate 4.106 tonnellate di indumenti, registrando un aumento del 3% circa rispetto al 2022.
La raccolta nei cassonetti gialli
Il primo passo, generalmente, è quello di provare a rivendere i vestiti (magari firmati o di un certo valore) o di regalarli a parenti o amici. Ma moltissimi cittadini si servono degli oltre 400 contenitori gialli che Amsa ha sistemato nei quartieri della città.
E la maggior parte dei capi non sono rifiuti, anzi possono essere riutilizzati: "La rigenerazione e il riciclo degli indumenti usati – sottolinea l’azienda – rappresentano un’opportunità per l’economia circolare: Amsa è da tempo consapevole di come i vecchi abiti che vengono gettati nei contenitori rappresentino la base dell’attività di riutilizzo e riciclaggio dei tessili".
Così Amsa non solo ha aumentato la quantità dei cassonetti per questo tipo di raccolta differenziata ma ha anche raddoppiato la frequenza della vuotatura, portandola a quattro volte la settimana.
Le persone possono lasciare i loro indumenti “in buono stato“ in questi contenitori appositi, chiudendoli in sacchi (se sono più di 5, è previsto il ritiro a domicilio gratuito chiamando il numero verde 800 332299. Anziani e disabili possono usufruire del ritiro al piano o depositare i sacchi a livello della strada. Possibile anche chiedere un contenitore fisso, nei grandi condomìni. Per sapere dove si trovano i cassoni gialli, basta consultare il sito www.amsa.it).
Una seconda vita
Poi che succede? I capi in ottime condizioni vengono commercializzati. Gli altri vengono valorizzati tramite aziende esterne specializzate che, dopo averli selezionati, li destinano al riuso oppure al riciclo per farne filati e altri materiali utili. Una quantità che oscilla tra il 60 e il 65% dei vestiti raccolti può essere riutilizzata sempre come “indumenti“ e viene rimessa in circolo in Italia, in Europa o anche in Africa e Medioriente. Il 30% dei filati può essere invece riciclato e servire per imbottiture o tessuti-non tessuti. Il 5% invece è “scarto“: succede quando nei sacchetti viene inserito qualcosa di diverso, oggetti in plastica o di altro materiale.
Il servizio di raccolta usati è svolto da Amsa in partnership con le cooperative del progetto “Dona valore“: Vesti solidale, che fa capo a Caritas Ambrosiana, e Città e salute. Con il ricavato, fa sapere Amsa, si sostengono progetti sociali sul territorio supportando comunità, case di accoglienza, servizi per persone con disagio psichico, minori, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati.
L’approdo nei negozi
L’ultima tappa per un capo di seconda mano è il negozio: nei due punti vendita “Share“, di via Padova e viale Umbria, quelli in ottime condizioni e sanificati possono essere acquistati, a prezzi più bassi rispetto a quelli dei vestiti nuovi. "Questo punto vendita è stato inaugurato 10 anni fa" sottolinea Laura Spizzico, che insieme a Maurizio Onofrio gestisce l’attività di via Padova. "Qui arrivano clienti affezionati ma anche curiosi che si imbattono per caso nelle nostre vetrine e pure turisti durante le settimane della moda".
Tra abiti e scarpe in vendita ce ne sono anche alcuni donati da brand, "magari fondi di magazzino o lievemente difettati". Così la “sovrapproduzione“ e la tendenza all’accumulo, tra i lati negativi della nostra epoca, possono trasformarsi grazie alla solidarietà. "Accogliamo – aggiunge Spizzico – anche persone in difficoltà, con problemi psichici, o immigrati che faticano a inserirsi nella società: qui svolgono tirocini per il reintegro lavorativo". Tante rinascite, dai vestiti buttati via.