MARIANNA VAZZANA
Cronaca

"Via Cavalcanti, la preghiera abusiva continua"

"Nel magazzino seminterrato continuano a entrare persone. A centinaia, per le preghiere. Il venerdì è il giorno peggiore". Tradotto: in...

La situazione a maggio del 2022

La situazione a maggio del 2022

"Nel magazzino seminterrato continuano a entrare persone. A centinaia, per le preghiere. Il venerdì è il giorno peggiore". Tradotto: in via Cavalcanti 8, a ridosso di via Ferrante Aporti, la “moschea“ è ancora realtà. A dirlo sono i residenti del condominio, avviliti, "perché abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere a livello legale". L’ultima diffida dall’utilizzare quel magazzino sotto il palazzo come luogo di culto è del 17 dicembre 2021. Sulla lista, anche sanzioni. E pure una condanna per un “cambio di destinazione d’uso“ non consentito. L’ultimo atto risale a febbraio di un anno fa, quando il Comune ha firmato un provvedimento "per la definitiva inibizione dell’uso illegittimo dei locali". Una sorta di “esproprio“. "Era stato anche intimato che la struttura venisse riportata allo stato originario", aggiungono i residenti. "Ma stiamo ancora aspettando. Intanto l’attività dei musulmani va avanti. E non siamo solo noi del condominio interessato ad attendere, perché negli anni abbiamo raccolto migliaia di firme dei cittadini del quartiere per chiedere che questa storia abbia fine". Una storia che va avanti dal 2014, da oltre 10 anni, fotografia di una situazione che non riguarda solo questo quartiere.

La moschea vera e propria, autorizzata, sarà quella di via Esterle, in zona via Padova (gestita da La casa della cultura musulmana): bianca con quattro cupole azzurre, capace di ospitare 3.500 musulmani ogni venerdì di preghiera, divisi su tre turni. Al momento l’iter è in stallo perché Ferrovie dello Stato non ha concesso la deroga alla comunità islamica per poter costruire la moschea a poca distanza dalla linea ferroviaria.

Ma di spazi utilizzati per pregare in città ce ne sono a decine, perché la libertà di culto è garantita purché all’interno di una cornice legale. E ogni caso è a sé. L’alternativa agli spazi di preghiera è che gli islamici tornino a pregare in strada sui marciapiedi, come succedeva in passato. Così si oscilla tra tolleranza e rigidità.

M.V.