Milano, 9 agosto 2019 - È tornato a Milano, da europarlamentare del Partito democratico, e ha visitato l'ex Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli che, il prossimo autunno, riaprirà come Cpr, cioè come Centro di permanenza dedicato ai rimpatri dei migranti. Pierfrancesco Majorino, ex assesore alle Politiche sociali del Comune di Milano, sulla sua pagina Facebook lo ha definito "praticamente un carcere per immigrati del nord-italia, in attesa di espulsione". E ha aggiunto: "Questo spazio potremmo usarlo molgo meglio. Per esempio potrebbero essere accolti lì, in condizioni dignitose almeno 400 senzatetto, italiani e stranieri. Potrebbe diventare un luogo solidale e utile per chi, magari, sta aspettando un alloggio definitivo. Mi auguro che il ministro Salvini torni indietro e via Corelli possa diventare un punto per aiutare, non per 'nascondere' le persone". Il capo del Viminale aveva fatto visita alla struttura lo scorso 26 luglio.
In base ai programmi futuri, una volta terminati i lavori di adeguamento, il centro potrà ospitare più di cento persone. Secondo l'ex assessore, la riapertura della struttura che ospiterà cittadini e cittadine da rimpatriare "è un'operazione senza senso". "La struttura potrebbe ospitare anche l'Oasi del clochard, il villaggio per senza dimora gestito dai City Angels, che ha dovuto lasciare la sede di via Lombroso per i lavori di ristrutturazione dell'Ortomercato cittadino", ha suggerito Majorino. Che ha specificato: "Al momento l'ex Cie è vuoto e le sale devono essere riallestite". Il dem ha ricordato che da ottobre 2013, il capoluogo lombardo ha accolto "oltre 128mila persone" e ha concluso: "Registro che da quando c'è il decreto Salvini ci sono tensioni, perché gli immigrati non sanno che fine faranno e molti che non possono più essere accolti diventano senzatetto. Ma a Salvini non interessa, perché vuole alimentare la tensione".