Milano, 13 ottobre 2020 - Estintori svuotati . Vetri rotti. Lavandini spaccati. E due ragazzi in fuga, subito ripresi dalle forze dell’ordine. Rivolta ieri al centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli, la struttura che da due settimane accoglie gli immigrati irregolari destinati a essere riportati nei rispettivi Paesi d’origine: il bilancio finale parla di quattro feriti lievi di età compresa tra 22 e 30 anni (due in ospedale e due medicati sul posto) e di danni ancora da quantificare allo stabile recentemente ristrutturato per ricovertirlo da centro d’accoglienza straordinaria a Cpr. Stando a quanto risulta al Giorno , le prime avvisaglie dei malumori tra gli ospiti del centro, quasi tutti di nazionalità tunisina e appena arrivati in Italia, si sono avute nella notte tra domenica e lunedì: alcuni avrebbero volontariamente spaccato i lavabi per tagliarsi con i cocci e mandare in frantumi le barriere anti-sfondamento; in quattro sarebbero anche saliti sul tetto, per poi scendere dopo qualche minuto.
Pare che alla base della protesta poi deflagrata nel pomeriggio (in maniera spontanea e senza alcuna regìa esterna da parte dei movimenti antagonisti, come accaduto in passato per il vecchio Cie) non ci fossero le condizioni di vita all’interno del centro, quanto la consapevolezza, acquisita da molti col passare dei giorni, che il soggiorno in via Corelli sarebbe stato molto più breve del previsto e che si sarebbe concluso inevitabilmente con il rientro in patria in tempi rapidi. Non a caso, proprio la notte scorsa, 23 persone sono state “scortate“ dalla polizia all’aeroporto di Malpensa per salire su un volo che li avrebbe portati prima a Roma, poi a Palermo e infine sull’altra sponda del Mediterraneo. Sembrava che tutto si fosse placato, e invece la situazione è tornata a farsi problematica nel primo pomeriggio di ieri: una trentina di migranti, sui circa cinquanta presenti in quel momento, ha dato il via a un nuovo raid, stavolta molto più violento. In due hanno addirittura tentato la fuga dal lato di via Aquila, nell’area del confinante centro per richiedenti asilo, ma sono stati inseguiti e ripresi dalle forze dell’ordine. Polizia e carabinieri sono intervenuti in forze per riportare la calma, coordinati dal dirigente del commissariato Lambrate Nunzio Trabace, riuscendo a riportare la calma nel giro di un’oretta.
In quattro , tutti ospiti del Cpr, hanno riportato ferite lievi: in due sono stati portati in ospedale dai sanitari del 118, in codice verde nei pronti soccorso di San Raffaele e Policlinico, mentre altri due sono stati medicati sul posto. A rivolta conclusa, è partita la conta dei danni (in particolare nei settori C e D), che potrebbero essere ingenti e richiedere alcuni giorni per essere riparati. Inoltre, sono scattati anche gli accertamenti investigativi per identificare tutti coloro che hanno dato vita alla rivolta. La prima al Cpr ad appena due settimane dall’apertura.