THOMAS FOX
Cronaca

Milano, il declino di via Gluck: “B&B e ricambio di abitanti. Prima conoscevamo tutti”

Adriano Celentano celebrò la strada della sua infanzia in un famoso brano del 1966, un manifesto contro la cementificazione che travolge la campagna e le relazioni umane

Sebastiano Lo Monaco che lavora nel bar all’inizio della strada; sotto un tratto di via Gluck (foto Fasani)

Milano – “Oggi via Gluck è una delle vie più brutte d’Italia”. A dirlo, undici anni fa, era quello stesso Adriano Celentano che celebrò la strada della sua infanzia in un famoso brano del 1966, un manifesto contro la cementificazione che travolge la campagna e le relazioni umane. In effetti, via Gluck è una zona quasi dimenticata, a pochi passi da Stazione Centrale. Lunga, stretta e piena di parcheggi, è abbellita da un murales e da qualche residua casa di ringhiera, ed è abitata da molti arabi, cinesi e turisti.

“La via era un ’paese’ dove ci conoscevamo tutti - ricorda Giancarlo Torrisi, che ci vive da quarant’anni - Oggi non sai nemmeno chi è l’inquilino di fianco, perché c’è un riciclo continuo di affittuari ed è tutta occupata da B&B, dove c’erano le botteghe del salumiere o dell’ortolano”. C’è però chi ha fatto tanto per riqualificarla. “Dieci anni fa era indecorosa - racconta Sebastiano Lo Monaco, che lavora nel bar all’inizio della via - L’abbiamo abbellita e abbiamo fatto eliminare un bagno pubblico dove ci si prostituiva. Ma ci vorrebbe più partecipazione da parte dei residenti: chi vive in via Gluck non vive il quartiere”.