REDAZIONE MILANO

Via il rudere Palaghiaccio. Al posto dell’incompiuto il tempio della ginnastica

Busto Arsizio, iniziata la rimozione della copertura .

Il rendering di come sarà la struttura che prenderà il posto dell’incompiuto Palaghiaccio Un intervento da 10 milioni finanziato con fondi Pnrr

Il rendering di come sarà la struttura che prenderà il posto dell’incompiuto Palaghiaccio Un intervento da 10 milioni finanziato con fondi Pnrr

C’è chi si è fermato per guardare la… novità sotto gli occhi, e lo dichiara: "Non mi sembra vero – dice il cittadino, residente nel rione di Beata Giuliana, fermo a bordo strada –, finalmente si lavora per far sparire questo scempio". Lo scempio è la struttura del Palaghiaccio mai completato, negli anni avvolta dal degrado, ma ora il futuro è ben delineato: sarà trasformato in Palaginnastica. Nei giorni scorsi, confermando l’annuncio dato dal sindaco Emanuele Antonelli nel mese di luglio, l’impresa che si è aggiudicata il progetto ha avviato l’intervento per rimuovere completamente la copertura dell’incompiuto Palaghiaccio, primo atto dell’intervento per cambiarne volto e destinazione, diventando entro il marzo 2026, data entro cui il cantiere dovrà essere chiuso, il nuovo tempio della ginnastica, dando finalmente anche una sede adeguata alla Società Ginnastica Pro Patria Bustese, degna dell’eccellenza e del talento dei suoi atleti, un sogno che finalmente si realizza.

Lo smontaggio della copertura in legno è indispensabile per sopraelevare il tetto dell’impianto che non aveva un’altezza compatibile con le esigenze della ginnastica artistica. Il nuovo palazzetto, progetto da 10 milioni di euro, finanziato con i fondi Pnrr, avrà una capienza di circa 500 posti a sedere e metterà a disposizione spazi anche per il basket e il volley. Da sottolineare che nei giorni scorsi la giunta ha dato il via libera anche ad un altro intervento atteso, la riqualificazione del Conventino – Casa Canavesi Bossi, di via Matteotti, opera da 6,4 milioni di euro, in parte finanziato con i fondi Pnrr nell’ambito del “pacchetto” Pinqua che comprende anche l’ex calzaturificio Borri e l’ex carcere ottocentesco di via Borroni.

R.Va.