Strage di via Palestro, Milano non dimentica i suoi “5 fratelli uccisi dalla mafia”

La cerimonia di commemorazione delle cinque vittime: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'agente di Polizia Locale, Alessandro Ferrari e un cittadino del Marocco, Moussafir Driss

La commemorazione della strage di via Palestro

La commemorazione della strage di via Palestro

Milano, 27 luglio 2023 – Nel 30esimo anniversario dalla strage di strage di via Palestro via Palestro, si è svolta nel Padiglione di arte contemporanea di Milano la cerimonia di commemorazione delle cinque vittime: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'agente di Polizia Locale, Alessandro Ferrari e un cittadino del Marocco, Moussafir Driss.

La cerimonia

Alla deposizione delle corone di fiori davanti a via Palestro 15, dove dieci anni fa è stata posta una targa in ricordo delle vittime, sono seguiti gli interventi delle istituzioni. Presenti le massime istituzioni della città tra cui il sindaco Giuseppe Sala, il governatore Attilio Fontana, il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, il capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco Laura Lega e il capo del Corpo Carlo Dall'Oppio.

Il sindaco

"Trent’anni fa cinque nostri fratelli sono stati uccisi dalla mafia. Il dolore indicibile che ancora oggi proviamo verso quegli eroi, veri servitori dello Stato che si sono sacrificati per noi, ci ha spinto a fare memoria civica", ha detto il sindaco Giuseppe Sala - . Fare memoria è un obbligo perché, grazie ai nessi delle vicende storiche, la nostra comunità trae energia per progettare un futuro migliore. Ci hanno motivato a costruire una Milano più giusta. Dal 1993 Milano ha messo la legalità più che mai al centro del suo modo di essere”.

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Il procuratore Antimafia

Alle celebrazioni è intervenuto anche il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, che ha sottolineato come l'attentato via Palestro sia "una memoria ancora dolente e incompiuta". "Eppure la strage non ha conosciuto, come altre stragi, il destino amaro di altre drammatiche pagine della vita della Repubblica - ha sottolineato - . Pochi anni passarono per individuare e fare condannare molti degli esecutori, organizzatori e mandanti di quella terribile campagna stragista”.

Un impegno proseguito anche a distanza di molti anni. Non si è ripetuto lo stesso destino gravato da depistaggi, silenzi e abusi toccati ai familiari delle vittime di altre stragi, come quella di piazza Fontana a Milano o di piazza della Loggia a Brescia".