di Laura Lana
È stato individuato uno degli autori dell’aggressione di lunedì sera 23 ottobre, in via Pisa, in cui è morto un marocchino di 28 anni da compiere l’11 novembre e altri due nordafricani sono rimasti feriti, uno per uno sparo al polso e l’altro per essere stato massacrato a colpi di mazza, calci e pugni. I carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni hanno sottoposto a fermo un 32enne, a cui la Procura di Monza contesta l’omicidio in concorso, mentre sono al vaglio le ipotesi di reato per tentato omicidio e lesioni. Anche lui marocchino, senza fissa dimora e con diversi precedenti. I militari, che stanno indagando su quello che da subito è apparso come un regolamento di conti, lo ritengono quindi tra i soggetti responsabili e coinvolti nella rissa che è degenerata fino alla sparatoria all’interno del Parco della Media Valle del Lambro. Da via Pisa, davanti alla chiesa evangelica, fino all’interno del parco, per arrivare nel cortile della cascina, tra le case. Una sparatoria che è avanzata per metri, tra vialetti, boscaglia, giardini privati. Gente che scappava – almeno cinque persone – e altri che rincorrevano con pistole, mazze, coltelli, forse addirittura un fucile.
L’aggressione è finita con un morto e due feriti, non in pericolo di vita. Le indagini sono affidate ai carabinieri: sul posto, allertati dal 118, quelli della Compagnia di Sesto San Giovanni, guidata dal Maggiore Giuseppe Sacco, oltre al Nucleo Investigativo di Milano che ha effettuato i rilievi. Ancora da ricostruire la dinamica. Ci sono volute ore solo per dare un’identità al marocchino ucciso a colpi d’arma da fuoco e coltellate: si tratta di Joussef Saadani, 27 anni, una marea di alias con diverse generalità e ben noto alle forze dell’ordine. Sarà l’autopsia a determinare le cause della morte: inizialmente si pensava fosse stato ferito mortalmente con una coltellata alla gola, ma sono diversi anche i colpi da arma da fuoco. Né lui né i compagni avevano i documenti. I due, un connazionale e un libico, sono stati ascoltati ma le prime testimonianze non sono ritenute attendibili: nei loro racconti, una banda rivale di 15 persone ma anche una rapina finita male. Quello di via Pisa, invece, avrebbe più i contorni di un agguato e di un regolamento di conti per questioni di droga e spaccio. Per ore, al buio, i carabinieri hanno repertato gli elementi trovati nel cortile tra le case di via Pisa: una grande quantità di bossoli, alcuni anche intatti, un taglierino, accanto al corpo di Joussef; nessuna traccia di droga. "Non abbiamo sentito urla, subito gli spari. Tanti spari", hanno raccontato i residenti ai militari. Sono stati loro a chiamare i soccorsi, trovandosi i fuggiaschi davanti alle porte e nei giardini.
Cinque ne hanno contati: oltre al morto e ai due feriti, che graviterebbero su Cologno Monzese, un’altra coppia che è riuscita a dileguarsi scavalcando i cancelli, salendo sulle auto e correndo via. La banda uscita "vincitrice" dall’aggressione, invece, ha fatto perdere le sue tracce, cosa che farebbe pensare a una maggiore conoscenza del posto. Le indagini della Compagnia di Sesto vanno quindi avanti per determinare le armi usate, i motivi dello scontro e per identificare gli altri autori dell’efferata violenza, che è parsa un’esecuzione a sangue freddo.