
Si va verso la perizia psichiatrica per Dawda Bandeh, il gambiano di 28 anni fermato per l’omicidio di Angelito...
Si va verso la perizia psichiatrica per Dawda Bandeh, il gambiano di 28 anni fermato per l’omicidio di Angelito Acob Manansala, il 61 enne filippino ammazzato la domenica di Pasqua nella villa di via Randaccio dove lavorava, e nella quale il balordo si era introdotto solo mezz’ora dopo esser stato rilasciato dai carabinieri che lo avevano acciuffato per aver tentato d’arrampicarsi su un palazzo in via Melchiorre Gioia.
Sarebbe pronto a chiedere la perizia proprio il pubblico ministero che coordina l’indagine sull’omicidio, Andrea Zanoncelli: una mossa che potrebbe anticipare quelle eventuali della difesa, diretta a far luce sulle incongruenze tra il comportamento del gambiano negli ultimi giorni - in base ai primi accertamenti della Squadra mobile e alle immagini delle telecamere puntate sulla villa Liberty, il 28enne sarebbe rimasto per otto ore nella casa con il corpo del domestico filippino, mangiando e dormendo, senza scappare prima di essere scoperto dai proprietari di casa di ritorno da una breve vacanza - e la sua vita precedente, almeno per quello che si conosce, di un giovane arrivato in Italia da minore non accompagnato e transitato per varie comunità, ma titolare di un regolare permesso di soggiorno, apparentemente integrato e capace di ricordare quanto accaduto fino a poco prima del delitto.
In base all’autopsia, il domestico sarebbe stato colpito con una mazza di scopa che si è rotta, lasciando segni evidenti, e poi strangolato.