Milano – “Quel palazzo va tutelato, se non lo sarà invierò gli ispettori del ministero”. Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, prosegue la sua battaglia per salvare dall’abbattimento la palazzina degli anni Venti che fu sede de La Voce del Padrone in viale Umbria 37, a Milano.
Lo stabile è destinato a essere sostituito da un condominio di 6 piani con 126 appartamenti. Un destino al quale Sgarbi si oppone, tanto da invocare l’intervento della magistratura: “Se i magistrati dovessero riscontrare delle irregolarità dovrebbero intervenire. È un loro dovere”.
Un’azione che però il critico d’arte – che già in passato è sceso in campo per salvare edifici storici milanesi, ad iniziare dallo stadio di San Siro – non vede necessaria. Secondo Sgarbi infatti la palazzina ha valore artistico e storico evidente. Ad iniziare dalle pitture murali sulla facciata: “Risalgono agli anni Venti, stile neoliberty, sono di gusto klimtiano. Non posso essere certo cancellate”.
La strada – spiega Sgarbi – l’ha indicata chiaramente il Soprintendente di Brescia Luca Rinaldi che mi ha inviato una nota in merito: “Basta un divieto di rimozione dei manufatti. A quel punto la facciata non può essere toccata e il progetto deve essere rifatto”. Proprio per spingere in questa direzione anche Milano, il sottosegretario ha inviato oggi, lunedì 13 novembre, una comunicazione alla Soprintendente del capoluogo lombardo.
Al valore artistico – dice Sgarbi – si aggiunge poi quello storico, essendo stato il palazzo di viale Umbria 37 sede di un pezzo importante della cultura italiana, l’etichetta discografica La Voce del Padrone, che ha prodotto alcuni dei più importanti musicisti del nostro Paese tra gli anni 30 e la fine degli anni 60.