
Videogame e sport digitali Alla Iulm il primo master d’Italia
di Simona Ballatore
Debutterà a settembre il primo master specialistico in “Gaming & Esport“ d’Italia, tenuto a battesimo dall’università Iulm insieme a Dsyre, nel giorno in cui la “sua“ Juventus festeggia pure la vittoria del campionato della eSerie A. "L’obiettivo è formare persone che aiutino le aziende a utilizzare attività di Esport e gaming per attività di marketing e comunicazione - spiega il direttore scientifico, Guido Di Fraia, prorettore della Iulm con delega all’Intelligenza artificiale e all’innovazione -. Questa professionalità si è sviluppata in maniera spontanea nelle imprese, anche grazie alla passione dei giocatori, che si sono inventati, ma è emersa la necessità di una sistematizzazione, di una formazione scientifica specifica". E quindi via al nuovo master alla Iulm: 30 posti da settembre per laureati e non, per chi già lavora nel settore o aspira a farlo, visto che il mercato c’è. Il percorso conta 180 ore di didattica. "Dsyre ci aiuterà a trovare gran parte dei docenti che sono in parte ex giocatori o responsabili di team o manager di progetti di esport e gaming", continua Di Fraia. Le applicazioni spazieranno dallo sport alla moda. "Sono circa 4milioni e 900mila gli appassionati di esport e gaming - fa i conti il prorettore -, di questi un milione e 800mila giocano almeno 26-27 ore alla settimana. Gli appassionati non solo giocano ma guardano giocare. Il 42% del pubblico è femminile, per sfatare uno stereotipo comune, ed è molto variegato per età e formazione. Non è il mondo dei ragazzini nerd".
Da un decennio i video-games si sono fatti largo nelle università, con singoli insegnamenti o con laboratori e progetti di ricerca. A Milano era nata anche la prima magistrale in “Sviluppo e progettazione di videogiochi“ sotto l’ala d’Informatica della Statale. "L’unico ateneo pubblico a offrire una formazione di questo tipo: abbiamo studenti da tutta Italia - spiega la referente, Laura Anna Ripamonti -. C’è un forte intreccio con le aziende. Fra i nostri iscritti alle magistrali il 60% segue questo percorso". Che esce dagli steccati per contaminare anche gli altri dipartimenti, a partire da Beni culturali, con gli studenti ingaggiati per la parte di storytelling. Non mancano applicazioni nell’ambito della salute e si fa squadra con il Politecnico. Qui c’è il corso “Games, Entertainment and Learning". "È seguito da circa 140 studenti: 80 ingegneri, 30 designer, e altri 30 in arrivo dalla Statale con cui collaboriamo - spiega il professore Pier Luca Lanzi -. Molti dei giochi creati da loro sono entrati in produzione".
Alla Cattolica - accanto a laboratori di game-design, metaverso e intelligenza artificiale - c’è la laurea magistrale in Psicologia del benessere e tecnologia positiva. "L’obiettivo - spiega il professore Giuseppe Riva - è lavorare per sviluppare videogiochi che riducano l’ansia, aiutino a gestire le emozioni negative, sostenendo quelle positive". L’ultimo laboratorio è stato aperto sulla formazione a distanza, "con serious game per sostenere l’attività di formazione", mentre si continuano a studiare anche gli effetti collaterali. In Bicocca un gruppo di ricerca è al lavoro sui videogiochi dal 2010: "C’è una tradizione accademica forte - spiega la referente, Federica Pallavicini - da giugno del 2022 abbiamo aperto un nuovo laboratorio, con al centro benessere psicologico e ambito educativo. Nel corso di laurea in Psicologia della disabilità, inoltre, si studia come applicare videogiochi e realtà virtuale in classe per bimbi con necessità particolari". Si creano giochi nuovi, si testano quelli in circolazione.
In Ied con i corsi triennali in CG Animation e in Media Design, si costruiscono mondi virtuali anche per i videogame.