Milano - "Unire la dimensione scientifica con l’elemento spettacolare, in un contesto straordinario che è così vicino alla città metropolitana e forse non è così conosciuto o apprezzato come dovrebbe essere".
Elio Franzini, rettore dell’Università degli Studi di Milano, introduce così la collaborazione tra la Statale e la Fondazione Augusto Rancilio, con sede a villa Arconati di Castellazzo, Bollate. L’Agenda 2030 della Fondazione prevede 17 incontri tra aprile e dicembre 2022, presieduti da docenti universitari e artisti, che si terranno negli spazi della villa. "Abbiamo vissuto molti momenti di isolamento, e anche altri momenti ugualmente drammatici. La domanda dostoevskiana a cui mi rifaccio è: "la bellezza salverà il mondo?" Ne "L’idiota" viene chiesto al principe Myškin se il mondo verrà salvato dalla bellezza- continua il rettore, prendendo come esempio lo scrittore russo Dostoevskij, al centro delle polemiche di questi giorni per la cancellazione del corso dello scrittore Paolo Nori alla Bicocca. "L’università è il vero luogo dove si vedono le esperienze e dove si possono unire le dimensioni scientifiche e culturali".
"Tra i 17 punti di Agenda 2030 non compare mai il termine cultura- precisa regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, direttore artistico del piano-. Il nostro progetto segue il filo verde dell’istruzione di qualità. Vogliamo declinare i 17 obiettivi di Agenda 2030 dell’Onu alle esperienze individuali". Il programma avrà luogo tra le sale interne della villa e il suo parco all’italiana, e sarà un percorso itinerante che seguirà le stagioni, e le condizioni metereologiche. Al centro degli incontri saranno la sostenibilità, la lotta al cambiamento climatico, la parità di genere e l’istruzione di qualità. La prima lezione è prevista domenica 3 aprile e interverranno Paolo Inghilleri, professore ordinario di Psicologia sociale della Statale, Alice Del Borgo, professoressa associata di Geografia. Finazzer Flory leggerà alcuni estratti da Pasolini, Calvino e Borges.
E quale migliore cornice di Villa Arconati potrebbe ospitare Agenda 2030? "Villa Arconati è da sempre un luogo di collezione, di arte e di cultura- racconta l’ingegnere Cesare Rancilio, presidente della Fondazione-. Qui si può ammirare la statua del Tiberio Arconati, risalente al I secolo d. C. e raffigurante l’imperatore Tiberio e portata a Castellazzo nel XVII secolo da Galeazzo Arconati, cugino dell’arcivescovo di Milano Federico Borromeo". Galeazzo Arconati è stato anche uno dei proprietari del codice Atlantico di Leonardo da Vinci e le scuderie nobili della villa, oggi aperte al pubblico, sono state progettate secondo il modello della Scuderia ideale, contenuto nel Codice.