BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Una scala e tanto coraggio: così Lamine affrontò il fuoco per salvare una famiglia

L’incontro tra il senegalese e i Kovalchyk, che gli devono la vita. Il sindaco elogia il giovane africano: "Il suo è un gesto straordinario"

Il sindaco Dario Veneroni, Lamine Gaye, Giorgio Paolucci di Kayros e Vittoria Kovalchyk

Il sindaco Dario Veneroni, Lamine Gaye, Giorgio Paolucci di Kayros e Vittoria Kovalchyk

Vimodrone (Milano) - L’abbraccio a Kayros fra il giovane eroe e la famiglia salvata dalle fiamme il 12 maggio a Vimodrone. Lamine Gaye, senegalese, arrivò da don Claudio Burgio da minorenne su un barcone, i superstiti dell’incendio, i Kovalchyk, sono ucraini. La serata sotto gli occhi del fondatore della comunità per ragazzi in difficoltà e del sindaco Dario Veneroni che per il 25enne addetto alla sicurezza, un mese fa, ha chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la cittadinanza italiana per meriti speciali. Tutto grazie "all’atto di puro altruismo" che ha avuto per teatro un appartamento in via San Remigio, in centro.

Quella mattina l’ex migrante che è riuscito a inserirsi passava per caso con un amico, stava andando al lavoro, quando ha sentito le grida dal balcone di due donne anziane, consuocere, del padrone di casa e del figlio minorenne. Con loro anche il cagnolino. Non ci ha pensato un attimo, ha recuperato una scala, ha fatto su e giù cinque volte caricandosi uno a uno sulle spalle tutti e li ha salvati, poi "è scappato in ufficio. Aveva paura di arrivare tardi. Straordinario", ricorda il primo cittadino. Colpito da un’altra circostanza: "Alla scena hanno assistito decine di persone che riprendevano con il telefonino, ma nessuno, tranne Lamine, è intervenuto. Lui, un esempio suo malgrado, è un po’ frastornato dal clamore che la vicenda ha sollevato: "Ho fatto quel che avrebbe fatto chiunque", dice "non è esattamente così", replica Veneroni. L’episodio ha portato a galla il passato dell’uomo arrivato a Milano quando aveva solo 14 anni.

«La sua vita è stata piena di sofferenza, sacrificio, travaglio e disperazione - dice il sindaco - ma tutte le difficoltà non l’hanno privato del senso civico, di valori autentici e genuini come il coraggio, la generosità". Dentro il caso Gaye c’è anche un altro pezzo importante di Vimodrone, la comunità di don Claudio, che da anni, "svolge un lavoro enorme a fianco degli adolescenti con problemi: una testimonianza di quanto sia importate affiancare i ragazzi nella crescita che non è sempre lineare, ma dai quali, per fortuna, si può sempre trarre il meglio".