Milano – Il vincolo sul secondo anello dello stadio di San Siro? Soft, non hard. La sovrintendente Emanuela Carpani, al termine del vertice di ieri mattina con il sindaco Giuseppe Sala e con i dirigenti di Milan e Inter a Palazzo Marino, fa capire che l’annunciato vincolo sull’anello che l’anno prossimo compirà 70 anni potrebbe comunque consentire non solo la realizzazione di un nuovo stadio di fianco al Meazza ma anche la rifunzionalizzazione della Scala del calcio: "Probabilmente una parte del secondo anello dovrà essere sacrificata", anticipa Carpani, che però chiede ai club di conservare almeno una parte del vecchio stadio e di presentare un progetto di qualità per la vita dei residenti del quartiere.
Il ragionamento della sovrintendente è articolato: "Condivideremo la proposta progettuale con le squadre, cercheremo di mantenere il più possibile del vecchio stadio, compatibilmente con l’intervento che devono fare. Il fatto che rimanga lì il calcio potrebbe essere un valore aggiunto. Abbiamo insistito sul fatto che l’intervento deve essere di grande qualità architettonica, per chi ci abita ci deve essere un miglioramento della qualità di vita. E deve mantenere la memoria, cioè un aspetto di cuore e affettività legata al vecchio San Siro". Insomma, Carpani fa capire che il secondo anello potrà essere almeno in parte demolito per consentire la rifunzionalizzazione del Meazza: "Ma bisognerà trovare l’equilibrio tra quello che mantieni in parte e quello che cambi per poter inserire le nuove funzioni. Secondo me il tema progettuale è molto bello e stimolante. Bisogna tenere la barra dritta sulla qualità e sulla compatibilità di inserimento delle nuove funzioni".
Le nuove funzioni sono quelle di cui si era discusso durante il dibattito pubblico sul futuro di San Siro: Museo dei club, centro commerciale, bar, ristoranti e campi per calcio giovanile e femminile, magari proprio dove ora c’è il prato della Scala del calcio. La sovrintendente auspica che le due società di proprietà di Redbird e Oaktree presentino un progetto in grado di essere "accettato e amato dai cittadini" e ricorda che "il vincolo sul secondo anello attualmente non c’è, come aveva già detto nel precedente incontro in Comune (1° marzo 2023, ndr ). Che il secondo anello, realizzato negli anni Cinquanta, abbia una sua configurazione architettonica precisa è un dato di fatto. Ora però non c’è alcun tipo di provvedimento perché manca il requisito dei 70 anni, che scatteranno alla fine dell’anno prossimo. L’idea è che il secondo anello abbia comunque un interesse architettonico semplice".
Che significa? Se il progetto dei club sarà di qualità, una parte del secondo anello potrà essere demolita? "Probabilmente una parte del secondo anello dovrà essere sacrificata", conferma Carpani. Altra domanda: il fatto che Milan e Inter acquistino il Meazza e l’area limitrofa produrrebbe variazioni sul vincolo architettonico? "Sì, il vincolo cambia. Nel momento in cui l’immobile diventa privato, non c’è più la previsione di legge di tutela de iure . Se il passaggio di proprietà avviene prima, decade la tutela de iure , cioè per legge, in automatico. Ma abbiamo convenuto che il punto principale non è quello ma è arrivare a un progetto che sia convincente e condivisibile, che regga anche un eventuale vincolo sui privati, che non si può né escludere né assicurare, perché lo stadio di Milano non è disegnato da un architetto, come il Franchi (lo stadio di Firenze, ndr ) di Pier Luigi Nervi, ma è il risultato di interventi a cipolla: primo, secondo e terzo anello. Se anche decade la tutela de iure , vorremmo lealtà reciproca: è un progetto che richiede condivisione". La sovrintendente , infine, sottolinea che "dobbiamo scongiurare che il Meazza resti vuoto, senza squadre che ci giocano, perché sarebbe una sconfitta per tutti, anche per la conservazione del patrimonio. Sarebbe uno stadio che si degrada. Non conviene a nessuno".