REDAZIONE MILANO

Viola e Cerreti, minacce credibili. La procura apre un fascicolo. Solidarietà di La Russa e Fontana

Rafforzate le scorte dei due magistrati. L’ipotesi: intimidazioni legate alla maxi indagine “Hydra“. Intanto si cerca ancora il boss Errante Parrino legato a Messina Denaro: potrebbe essere fuggito all’estero .

Marcello Viola e Alessandra Cerreti, scorta rinforzata dopo le minacce

Marcello Viola e Alessandra Cerreti, scorta rinforzata dopo le minacce

La scorta rafforzata al procuratore capo Marcello Viola e alla pm Alessandra Cerreti per le minacce ricevute potrebbe essere legata alla maxi-indagine "Hydra", potrebbe essere quindi una decisione dettata da una matrice mafiosa. Le intimidazioni - ritenute molto serie e circostanziate - sarebbero iniziate lo scorso ottobre, quando l’inchiesta Hydra sul "sistema mafioso lombardo" è entrata nel vivo. Una coincidenza temporale che ha subito fatto scattare l’allarme: innalzate le misure di sicurezza nei confronti dei due destinatari delle minacce, già sotto scorta.

La procura di Brescia ha aperto una inchiesta sulla quale, al momento, viene mantenuto il massimo riserbo. A rendere il quadro più preoccupante è stato il ritrovamento nei giorni scorsi di un vero e proprio arsenale: pistole, mitragliatrici, fucili e circa 1.300 munizioni. Le armi erano nascoste in una "stanza segreta" all’interno di un capannone a Taino (Varese) nella disponibilità di Giovanni Abilone, 44enne arrestato mercoledì in piazza San Babila.

Non si trova, invece, Aurelio Errante Parrino, 77 anni, uno degli indagati sulla "alleanza" delle tre mafie, non si trova e risulterebbe irreperibile. Secondo gli inquirenti, Parrino, residente ad Abbiategrasso, e collegato al clan di Castelvetrano, sarebbe stato il "punto di raccordo" tra il presunto "sistema mafioso" in Lombardia, che avrebbe unito affiliati di Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, e il "capo dei capi" Matteo Messina Denaro. La richiesta d’arresto per lui era stata bocciata dal gip, Tommaso Perna, come per molti altri, ma poi il Riesame ha accolto il ricorso della Dda e la Cassazione ha confermato quella decisione e disposto la custodia cautelare in carcere. Nell’ottobre del 2023, il gip Perna non aveva condiviso l’impianto della Procura sull’esistenza in Lombardia di un presunto “patto” tra le tre principali organizzazioni criminali del Paese – mafia, ‘ndrangheta e camorra – e aveva respinto 140 richieste di arresti per 153 indagati e disposto il carcere solo per 11 persone accusate di diversi reati, ma non accusati di associazione mafiosa.

Molte le manifestazioni di solidarietà ai due megistrati, tra queste quelle di Ignazio La Russa, presidente del Senato. "Esprimo la mia solidarietà al procuratore capo Marcello Viola e al pm della Dda Alessandra Cerreti desidero rivolgere sincera vicinanza". Lo segue il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana: "Solidarietà a Viola e alla pm Alessandra Cerreti, colpiti da gravi minacce per il loro lavoro contro la criminalità organizzata. Siamo al fianco di chi difende la giustizia e la legalità".

Paolo Verri